Al popolo di Iglesias
(13 giugno 1923)
A Iglesias, dal
Palazzo del Comune, il 13 giugno, il Duce disse al popolo le seguenti
parole. Esse costituiscono il saluto alla Sardegna, da cui il Duce
ripartiva per trovarsi, pochi giorni dopo, nella Valle Padana.
Cittadini di Iglesias, Camicie
Nere fasciste!
La vostra accoglienza così
cordiale ed entusiastica supera nella realtà ogni aspettativa.
Iglesias è stata veramente la culla del Fascismo sardo. Qui
sono sorti i primi manipoli di camicie nere e quindi era mio precipuo
dovere venire per mettermi in contatto coi voi. Voi meritate che il
Governo vi ricordi. In questa Isola è una vasta riserva di
fede, di patriottismo e di passione italiana. Torno a Roma col cuore
gonfio di commozione.
Da quanto l'Italia è unita,
è questa la prima volta che il Capo del Governo si mette in
comunicazione diretta col popolo di Sardegna. Di una cosa sola mi
dolgo: che il tempo troppo breve non mi abbia consentito di visitare
più lungamente la vostra terra magnifica; prendo però
formale impegno di tornare a visitare le vostre città, i
vostri villaggi. Come Capo del Governo sono lieto di essermi trovato
qui fra popolazioni laboriose, tranquille, veramente pazienti per
quanto troppo a lungo dimenticate e considerate quasi come una
colonia lontana. È opportuno si sappia che la Sardegna è
una delle prime regioni d'Italia, anche perché ha dato il
maggiore contributo di sangue alla guerra vittoriosa.
Come Capo del Fascismo sono lieto
di essermi trovato con le eroiche camicie nere e avere visto la
splendida rifioritura del Fascismo, che porterà una totale
rinnovazione nella vostra terra.
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