Al popolo di Cremona
(19 giugno 1923)
Discorso
pronunziato a Cremona, nella Piazza del Comune, il 19 giugno, in
risposta alle parole del Sindaco della città.
Il saluto che Ella mi ha voluto
portare, mi giunge oltremodo gradito, non soltanto perché mi
viene dal primo Magistrato di una città nobile, ricca di
bellezze e di monumenti, e piena di ingegni, ma ancora più
perché voi, Signor Sindaco, siete il rappresentante di una
città piena di audacia, di forza e di disciplina e perché
mi ricordate l'epoca garibaldina delle camicie rosse, presa in
eredità dalle camicie nere.
Voi mi avete detto che non vale la
pena di inseguire certe farfalle sotto l'Arco di Tito. Io vi dico che
non ce ne sono. Le piccole diffamazioni sono residui del nostro mal
costume. Tutte le volte che io scendo fra il popolo italiano, del
quale mi vanto di essere, se non degno, almeno fierissimo figlio,
sento che al di là di certe piccole mene c'è il popolo,
il popolo sano, il popolo tranquillo che lavora. Quando penso a
questo popolo cui non ho potuto dare ancora nulla di quello che si
dice benessere materiale, e al quale io debbo infliggere una rigida
disciplina, quando vedo questo popolo che è tranquillo e non
si lagna, devo constatare che la salute morale del popolo è
inattaccabile.
Certamente occorrerà che
nessuno abusi del nostro spirito generoso, perché altrimenti
interverrebbe la forza; se, cioè, quei residui di cui parlavo
poco fa intendessero occupare ancora un po' la scena politica, essi
sanno, e tutti gli italiani debbono saperlo, che io chiamerei le
camicie nere, molte delle quali mordono il freno e sono impazienti.
La fede nel Fascismo, la mia fede,
è qualche cosa che va al di là del semplice Partito,
della semplice idea, della sua necessaria struttura militare, del suo
necessario sindacalismo, del suo tesseramento politico. Il Fascismo è
un fenomeno religioso di vaste proporzioni storiche, ed è il
prodotto di una razza. Nulla si può contro il Fascismo:
nemmeno gli stessi fascisti potrebbero nulla contro questo movimento
gigantesco che si impone.
(segue...)
|