Monterotondo
(23 dicembre 1923)
Il 28 ottobre
1922, per la Marcia su Roma, le Camicie nere si erano concentrate a
Monterotondo; il 23 dicembre 1923 vi si inaugurò una lapide
commemorativa. In tale occasione, dopo i discorsi del Sindaco Cav.
Del Moro e del Generale Igliori, il Duce pronunziò le brevi
parole che seguono. Con questa rievocazione del rapporto ideale fra
le camicie nere e le camicie rosse, che prelude al discorso
pronunciato sul Gianicolo il 4 giugno 1932 si chiude l'attività
del 1923.
Camicie Nere! Popolo di
Monterotondo!
Ho voluto, partecipando a questa
solenne cerimonia, chiudere degnamente il primo anno delle mie dure
fatiche di Governo. Sono passati appena quattordici mesi dai giorni
in cui convennero attorno a Roma, marciando da tutte le regioni
d'Italia, 100.000 Camicie Nere che erano pronte a tutto dare, a tutto
osare. Qui, a Monterotondo, si svolse un'altra pagina della storia e
non è senza un profondo significato che il figlio dell'Eroe
dei due Mondi, il generale Ricciotti Garibaldi, sia qui presente a
questa cerimonia.
Nel 1867, egli, proprio a
Monterotondo, aveva il comando di quegli intrepidi garibaldini che
puntavano disperatamente su Roma per restituire all'Italia la sua
intangibile capitale.
La presenza dell'eroico generale
che aveva nel 1867 il comando delle Camicie Rosse sta a significare
che tra la tradizione garibaldina, vanto e gloria d'Italia, e
l'azione delle Camicie Nere, non solo non vi è antitesi ma vi
è continuità storica e ideale.
Invano i nostri avversari si
attardano nelle loro piccole manovre: noi abbiamo il dovere di
combatterli e il diritto, se sono in mala fede, di disprezzarli. Essi
sanno che se la marcia delle Camicie Nere non avesse riscattata la
Nazione, molto probabilmente l'Italia sarebbe precipitata nella
miseria e nella rovina.
(segue...)
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