(segue) Cinque anni dopo San Sepolcro
(24 marzo 1924)
[Inizio scritto]
L'idea di convocarvi a Roma per
celebrare il quinto anniversario della fondazione dei Fasci è
mia. Si può dire che sino a ieri Roma era la capitale avulsa
un poco dal resto della Nazione. Da quando il Fascismo tiene il
potere, esso tende a concentrare nella capitale tutte le più
grandi e le più alte manifestazioni della politica italiana.
Il quinto anniversario della fondazione dei Fasci doveva essere
celebrato a Roma.
Quando cinque anni fa noi ci
riunimmo in una oscura sala di Piazza San Sepolcro, a Milano, eravamo
poche diecine di persone: arditi, legionari, combattenti. Non si
abusi dunque della frase di fascisti della prima ora. Cerchiamo di
non tenere sempre in mano l'orologio per constatare a quale ora
precisa appartengono i fascisti, perché i fascisti della prima
ora sono pochissimi. Bisogna avere il coraggio di aggiungere che per
tutto il 1919 i fascisti d'Italia non arrivavano alla cifra di
diecimila. Ciò non ostante, pure essendo in pochi, in
pochissimi, avemmo il coraggio di affrontare immediatamente il
sovversivismo che allora spacciava tutte le favole dei paradisi della
sua demagogia. I Fasci si costituiscono il 23 marzo e il 15 aprile,
tre settimane dopo, essi sono già così audaci e potenti
che infrangono uno sciopero generale, disperdono una minacciosa
dimostrazione bolscevica, e, fatto che sembra oggi straordinario,
vanno direttamente all'assalto del fortilizio nemico e l'incendiano.
Pochi mesi dopo avemmo le elezioni
infauste del 1919. Molto coraggio anche allora, ma pochissimi voti:
Milano me ne diede 4064. Ci fu anche una specie di funerale
simbolico. Si disse e si stampò che oramai ero liquidato e
sepolto. Ci raccogliemmo all'indomani di quelle elezioni, i soliti, i
pochi, gli audacissimi, e decidemmo di riprendere la battaglia senza
esitazione e senza pausa. Nel 1920 tenemmo il primo congresso a
Milano. Già l'idea si era diffusa perché gli iscritti
assommavano a 20.615. Nel 1921 erano già 248.936. Fu allora
che, preceduto da polemiche vivacissime, tenemmo a Roma il nostro
terzo grande congresso, che fu la rivelazione dell'immensa forza del
Fascismo italiano. Lo tenemmo all'Augusteo, costituimmo un partito e
spezzammo uno sciopero generale che ci era stato gettato fra i piedi
dai soliti elementi antinazionali.
(segue...)
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