Nicola Bonservizi
(31 marzo 1924)
All'inane lotta
dei Partiti all'interno corrispondeva, all'estero, la propaganda dei
fuorusciti e dei comunisti, materiata di menzogne e di calunnie. I
cosiddetti intellettuali dei debellati Partiti storici, dal
liberalismo al comunismo, diffondevano il veleno dei loro rancori e -
sicuri nei loro rifugi - armavano la mani dei sicari incoscienti. La
loro penna era seminatrice di sangue. Il giorno 20 febbraio 1924, il
corrispondente del «Popolo d'Italia» a Parigi, Nicola
Bonservizi, da Urbisaglia nelle Marche, veniva colpito a morte da due
revolverate sparategli proditoriamente, in un ristorante, da un
comunista di nascita italiana, che rimase impunito. Dopo dolorosa
agonia il Bonservizi spirava a Parigi il giorno 26 marzo. La sua
salma veniva trasportata in Italia, prima a Milano, poi al Cimitero
di Urbisaglia. In tale occasione, dal Famedio del Cimitero
monumentale di Milano, il 31 marzo 1924, il Duce pronunziò il
seguente discorso:
Camicie Nere!
Tutto un popolo ha partecipato
commosso al nostro rito d'amore e di compianto per Nicola Bonservizi,
un fascista di purissima fede, di coraggio indomito, che ha
santificato la causa con la vita e con la morte. Se l'omaggio di
tutto un popolo non rendesse superfluo il mio discorso, io vorrei
tessere un lungo elogio di questo mio giovane amico che mi fu fedele
e devoto durante dieci anni, non solo nelle grandi ma anche nelle ore
mediocri ed ingrate. Egli praticò la vera, la saggia, la santa
disciplina, che consiste nell'obbedire quando ciò ci dispiace,
quando ciò rappresenta sacrificio. I responsabili non sono
soltanto gli assassini di Parigi. Ce ne sono altri e ce ne sono anche
tra noi, fra coloro che in questi ultimi tempi si sono abbandonati al
litigio fazioso, dando l'illusione al nemico che poteva riprendere la
sua offensiva di massacri e di agguati.
(segue...)
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