(segue) Cinque anni dopo San Sepolcro
(24 marzo 1924)
[Inizio scritto]
Avevo creato gli alti commissari
politici. Quando mi accorsi che questi diventavano dei superprefetti,
li soppressi perché pensai che soltanto il prefetto dovesse
rappresentare il Governo nelle provincie. Per non creare equivoci
pure tra fiduciario politico del Fascismo e segretario politico del
partito, anche il termine fiduciario è stato abolito. Tutto
ciò viene dimenticato dai sovversivi della opposizione
costituzionale.
Non devo invadere il campo delle
finanze perché il mio eccellente amico De' Stefani sta
preparando un discorso che sarà soddisfacente per tutti gli
italiani. Ma in un discorso degli ultimi giorni si è fatto del
pessimismo sulla questione dei cambi, si sono invitati gli italiani a
meditare sulle cifre dei cambi. Orbene, i cambi denotano un
miglioramento della situazione finanziaria italiana.
L'area di miglioramento della
nostra lira è cresciuta dall'ottobre in poi; ed il miracoloso
è che la barca della nostra lira abbia potuto reggere in mezzo
ai tempestosi flutti del 1923 che ha avuto la caratteristica di una
nuova guerra, sotto forma speciale, tra la Francia e la Germania. Se
non ci fosse stata l'occupazione della Ruhr, con tutto quello che
questa occupazione pericolosa significa, credo che oggi la quotazione
del cambio della nostra lira sarebbe ancora molto migliore.
Si è detto: «Bisogna
andare verso il popolo che lavora»; ma noi ci siamo andati.
L'Italia è la prima Nazione che ha già ratificato tutte
le convenzioni sociali di Washington. Alberto Thomas, non so se
ancora socialista e di quale tinta, è venuto a Roma l'altro
giorno in nome dell'Ufficio internazionale del lavoro presso la
Società delle Nazioni a raccomandarsi che il Governo fascista
continui a dare l'esempio in materia di legislazione sociale.
Non abbiamo fatto della demagogia;
siamo andati incontro al lavoro, con animo aperto e generoso. Abbiamo
inquadrato tutta la burocrazia; abbiamo delle colonie e non soltanto
sulle carte degli uffici ministeriali; abbiamo riformato la
giustizia. Nessuno più del Governo fascista è
rispettoso della indipendenza della giustizia. Vi prego di riflettere
che la punta di spillo della piramide della gerarchia nazionale è
occupata da un uomo solo, dal Primo Presidente della Unica Cassazione
del Regno. Con questo, meglio che con ciarle oblique, abbiamo
dimostrato quale sia il rispetto della giustizia. Abbiamo realizzato
quello che per cinquanta anni è stato il voto di tutti i
giuristi italiani: l'unificazione delle Cassazioni. Ho chiesto al
primo Presidente della Corte di Cassazione notizie sui risultati
della coraggiosa riforma giudiziaria preparata dal mio amico Oviglio.
Ed in data di ieri il Primo Presidente della Corte di Cassazione così
mi risponde: «L'unificazione delle Cassazioni del Regno,
invocata da oltre 50 anni da magistrati, giuristi ed uomini politici,
è stata il coronamento di tutte le riforme giuridiche compiute
nel campo nazionale. Essa è tra gli atti legislativi più
rilevanti del Governo stesso. La Cassazione Unica aveva ereditato
dalle antiche corti soppresse un arretramento di circa seimila
processi civili. Grazie ad alcune riforme legislative, soprattutto
grazie al ritmo accelerato dei lavori, al concorso volonteroso degli
avvocati d'Italia, si può fin d'ora prevedere che il lavoro
continuerà in condizioni normali, rendendo il funzionamento
della giustizia ancora più rapido di quello che non fosse al
tempo delle cinque Corti».
(segue...)
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