(segue) Cinque anni dopo San Sepolcro
(24 marzo 1924)
[Inizio scritto]

      Battuti sul terreno pratico, gli avversari dicono: «Il Mezzogiorno d'Italia ha bisogno di risolvere il problema dello spirito». Credo di interpretare il pensiero delle popolazioni del Mezzogiorno d'Italia verso le quali vanno le simpatie concrete del Fascismo. Io dichiaro che esse hanno ferma fiducia nel Governo fascista, perché solo il Governo fascista ha incominciato a risolvere il problema del Mezzogiorno.
      Richiamo la vostra attenzione su un altro punto del programma futuro. Io mi propongo, e credo di avere in ciò consenziente tutto il Governo e anche il Ministro delle Finanze, mi propongo di alleggerire la pressione di ordine tributario fiscale che abbiamo imposta al popolo italiano. Credo che si debba sempre marciare verso il pareggio, ma che bisogna arrivare al pareggio in condizioni di discreta salute. Non credo che sia nei piani del mio amico De' Stefani fare arrivare la Nazione al pareggio boccheggiante, onde non si dica, come per certe operazioni, che la clinica ha trionfato ma che il paziente è morto.
      Faremo questo anche perché il popolo italiano è stato meraviglioso di abnegazione, di spirito eroico, di sacrifici, ha accettato queste dure necessità che gli abbiamo imposte con alto spirito di solidarietà nazionale.
      E quanto alla pressione politica?
      Molti dei nostri avversari si domandano che cosa farà la Rivoluzione fascista domani. Certo sono interessati a saperlo. Anche qui bisogna essere in due. Se si vuole che il Fascismo, Governo e Partito, Partito e Milizia, alleggerisca la sua pressione, bisogna che gli avversari si rassegnino al fatto compiuto. Ma quando io leggo sopra un giornale stampato ieri sera che i sovversivi debbono moltiplicare le energie per insidiare la vita e lo sviluppo del Fascismo in tutti i campi, per suscitare opposizioni, per risvegliare il sentimento combattivo delle masse, richiamare gli operai alla visione dei loro interessi, quando mi capitano sotto gli occhi questi documenti, allora dichiaro solennemente che invece di alleggerire è il caso di dare un altro giro alla vite. Bisogna rendersi conto ancora una volta che noi abbiamo il sacro dovere di difendere le nostre idee, di esaltare il sacrificio dei nostri martiri, di tenere fede alla nostra Rivoluzione. Se i nemici, o isolati o in blocco, vengono contro di noi, noi abbiamo un solo dovere: di vincerli e di stroncarli.

(segue...)