(segue) Su l'indirizzo di risposta al discorso della Corona
(7 giugno 1924)
[Inizio scritto]

      Non era assolutamente successo nulla o ben poco. Qualche piccola legnata dei famosi mazzieri; ma io credo soprattutto che si trattasse di qualche mescita di vino accettata e donata ai lavoratori pugliesi, i quali si vendicavano poi col votare contro coloro che avevano pagato.
      Voi avete ricordato un vostro morto: l'onorevole o non ancora onorevole Piccinini. Io mi voglio associare sinceramente al vostro compianto e al vostro ricordo e vi debbo ricordare anche che se i colpevoli di quel delitto barbaro furono arrestati e sono dentro, lo si deve all'atteggiamento e alle ricerche degli stessi fascisti di Reggio Emilia. Ma io mi associo con animo, ripeto, schietto e sincero alla vostra deplorazione e al vostro rimpianto.
      Ma voi mi permetterete altresì di leggervi un piccolo elenco, un modesto elenco di morti fascisti durante la campagna elettorale. Sono 18 i morti e 147 i feriti.
      Il 15 febbraio a Pola il fascista Egidio Piemonte viene ucciso dai sovversivi, mentre disimpegnava il servizio notturno come milite della Milizia.
      Il 18 febbraio a Villanova di Forlì il fascista Zaccarelli Gagliano è assassinato a coltellate da sovversivi mentre era fermo avanti ad una vetrina.
      Il 17 marzo ad Adegliacco (Udine) il milite Giuseppe Gentile, che aveva indossato per la prima volta la camicia nera, viene assassinato da tre sovversivi, che avevano premeditato il delitto.
      Il 25 marzo a Quartuccio di Cagliari un gruppo di sovversivi aggrediva un gruppo di fascisti: nel conflitto seguito rimase ucciso il capo manipolo della Milizia Cesare Serra e ferito gravissimamente il fascista Antonio Nieddu.
      Il 26 marzo muore assassinato a Parigi Nicola Bonservizi.
      Il 29 marzo a Parma è massacrato il milite Robuschi Amedeo e ferito gravemente il fascista Walter Ungherini, che è morto pochi giorni dopo all'ospedale.

(segue...)