(segue) Su l'indirizzo di risposta al discorso della Corona
(7 giugno 1924)
[Inizio scritto]

      Poi si credette evidentemente che questa Milizia non sarebbe mai diventata una cosa seria, che il fermento dell'indisciplina, dell'illegalismo, dello squadrismo avrebbe continuato ancora a torturarla e quindi a renderla insufficiente.
      Ciò non è avvenuto. Non lo dico io, lo dice un collaboratore della Giustizia che deve intendersene, certamente uno scrittore di cose militari assai addentro alle segrete cose. Ebbene, questo signore dice: «La Milizia esiste ed è regolarmente costituita da un inquadramento che, sia pure con molte imperfezioni e deficienze, si estende a tutto il paese fino nei più piccoli borghi delle nostre montagne e campagne». Ed è la pura, precisa verità. Una siffatta organizzazione rassomiglia molto a quella che è necessario di avere per attuare una riforma militare sostanziale e ispirata ai più inequivocabili insegnamenti dell'ultima guerra.
      Comunque tutte le accuse che si volgevano alla milizia sono a poco a poco cadute. Io dichiaro che questa Milizia è una cosa assolutamente superba e mirabile. È il partito che dice: «Io prendo una quota-parte dei miei aderenti, e, invece di sottoporli soltanto alla disciplina facile della tessera, li sottopongo ad una disciplina rigidissima, quale quella militare».
      È pertanto anche una manifestazione singolare di quel ritorno alla disciplina del nostro popolo. È, o signori, una Milizia volontaria, dico volontaria. Ha delle caserme, ma non sta in caserma. Le caserme sono vuote, perché i militi sono volontari, sono cittadini, sono impiegati negli uffici, sono nei campi, anche nelle officine, si ritrovano la domenica per degli esercizi militari e pure venendo dal Partito, che ha l'obbligo di dare questo di più di sacrificio alla Nazione, pur venendo dal Partito vanno, quando è necessario, in Libia, ci ritornano ancora e qualche volta difendono le istituzioni avversarie. Niente di più significativo e di più drammatico che vedere dei fascisti che difendono istituzioni avversarie contro altri fascisti. Voi — si è detto — voi non giurate fede al Re. Si è capito che questa era una accusa balzana, inesistente, stravagante perché non c'è bisogno di dimostrare il nostro assoluto perfetto inequivocabile lealismo.

(segue...)