(segue) L'assalto degli sciacalli
(12-13 giugno 1924)
[Inizio scritto]
Comunico alla Camera che, appena
gli organi di polizia furono informati della prolungata assenza del
deputato Matteotti, io stesso impartii ordini tassativi per
intensificare le ricerche a Roma e fuori Roma, in altre città
e ai passi di frontiera.
La polizia, nelle sue rapide
indagini, si è già messa sulle tracce di elementi
sospetti e nulla trascurerà per far luce sull'avvenimento,
arrestare i colpevoli ed assicurarli alla Giustizia.
Il giorno seguente
si diffuse la persuasione che l'onorevole Matteotti non era soltanto
scomparso, ma era stato ucciso. Già si delineava nettamente
l'opera calunniatrice degli avversari, e il Duce fece alla Camera dei
Deputati, nella tornata del 13 giugno 1924, le seguenti
dichiarazioni:
Voi avete udito le mie
dichiarazioni di ieri sera.
Non c'era, non poteva esservi, né
una parola di meno né una parola di più. In quel
momento io ero il rappresentante della legge e del potere esecutivo.
Dovevo dire che i colpevoli saranno rintracciati e affidati alla
giustizia.
La prima notizia della scomparsa
dell'on. Matteotti fu nota alle ore 18 di mercoledì. Nelle 24
ore la polizia ha identificato tutti coloro che hanno partecipato al
fatto e, quantunque essi fossero prontamente partiti per varie
direzioni, ne sono già stati arrestati tre: il Dumini a Roma,
il Mazzola a Firenze, il Putato a Milano. Gli altri tre o quattro
sono accerchiati e, se si fosse fatto un po' meno di clamore, molto
probabilmente a quest'ora sarebbero già relegati nelle
carceri.
Di ora in ora seguo la situazione.
Credo che entro oggi o, al più tardi, nella serata, tutti
coloro che hanno partecipato al misfatto saranno assicurati alla
giustizia.
(segue...)
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