(segue) L'assalto degli sciacalli
(12-13 giugno 1924)
[Inizio scritto]

      Questo andava detto poiché i sintomi non mancano: la legge avrà il suo corso, la polizia consegnerà i colpevoli all'Autorità giudiziaria, che si impadronirà della questione e spiccherà i mandati di cattura necessari. Di più non si potrà chiedere al Governo. Se voi mi date l'autorizzazione di un giudizio sommario, il giudizio sommario sarà compiuto; ma fino a quando questo non si può chiedere e non si deve chiedere, bisogna mantenere i nervi a posto e rifiutarsi di allargare un episodio nefando e idiota in una questione di politica generale e di politica di Governo.
      Ora la Nazione dimostra per mille segni la sua fiducia nell'opera del Governo, per quello che gli spetta come potere esecutivo, e dico a voi, rappresentanti della Nazione, che questa fiducia non sarà delusa. Giustizia sarà fatta, dev'essere fatta, perché, come qualcuno di voi ha detto, il delitto è un delitto di anti-fascismo e di antinazione. Prima di essere orribile, è di una umiliante bestialità. Non si può esitare, davanti a casi siffatti, a distinguere nettamente quello che è politica da quello che è crimine. In altre località l'Italia ha dimostrato che questa distinzione dev'essere sempre più profonda, più netta, più inequivocabile poiché noi siamo affezionati alle nostre idee e tali idee, tali passioni, tale martirio difenderemo anche con la vita. Vogliamo che i buoni cittadini italiani non si confondano e non confondano, che sappiano distinguere la zona della delinquenza dalla zona del sacrificio e dell'ideale. Questo è il mio dovere, questo dovere sarà compiuto.