Combattentismo e fascismo
(4 agosto 1924)
Alcune frazioni di
combattenti, già nel passato - sobillate dai politicanti -
avevano tentato una inammissibile distinzione fra lo spirito
combattentistico e il Fascismo. Gli ultimi residui di questa tendenza
non erano del tutto spenti, e in un Convegno di Combattenti ad Assisi
era stato votato un ordine del giorno che, pur non opponendosi
esplicitamente al Fascismo, rimaneva ambiguo su questo delicatissimo
punto. Nella seduta del 4 agosto 1924, l'on. Forges Davanzati,
relatore per il Direttorio Provvisorio aveva messo in evidenza il
carattere equivoco dell'Ordine del giorno. A lui si era aggiunto
l'on. Bastianini, al quale aveva risposto il Capitano Viola,
difendendo la chiarezza dell'Ordine del giorno. Prese quindi la
parola il Duce, e fece le seguenti dichiarazioni:
L'Assemblea ha sentito le
dichiarazioni dell'on. Viola. Non è il caso di aprire una
discussione sopra queste dichiarazioni, ma io tengo a fare alcune
osservazioni e a dire molto esplicitamente che l'ordine del giorno di
Assisi non mi piace. Per il prossimo giovedì o venerdì
l'on. Viola mi ha annunziato una visita del Consiglio Centrale dei
Combattenti. Avremo una discussione che sarà molto precisa.
L'ordine del giorno di Assisi
consiste in un evidente peggioramento di tutte le posizioni politiche
assunte, necessariamente, dall'Associazione dei Combattenti. C'è
un'enorme differenza fra il tono e la sostanza e gli ordini del
giorno votati a Napoli, a Roma, e altrove, e l'ordine del giorno
votato ad Assisi, al Congresso poco francescano di antifascismo che
mi ha ricordato quello del partito popolare a Torino.
Non si è alla rottura; ma
con le intimazioni, con la intolleranza del Congresso, col discorso
Bergmann, con altri discorsi, si sono create le condizioni che domani
potranno giustificare la rottura. Ora, non è senza una
profonda amarezza che io lo constato, perché ciò mi
porta a dire che nel '19, nel '20, nel '21, e nel '22 non ci fu
combattentismo in Italia.
(segue...)
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