“Vivere pericolosamente”
(2 agosto 1924)
Il 2 agosto 1924,
s'inaugurò nella sala del Concistoro a Palazzo Venezia la
sessione del Consiglio nazionale del Partito Fascista. Erano presenti
i deputati della maggioranza, i segretari federali e i sindaci
fascisti di molte città d'Italia. Il Governo, il Direttorio
provvisorio del Partito, il Senato erano largamente rappresentati;
presenziava anche Arnaldo Mussolini, direttore del «Popolo
d'Italia»: l'adunata acquistava grande importanza per l'acuirsi
delle polemiche di opposizione. Il Duce, in tale occasione, pronunciò
il seguente discorso:
Signori!
Mentre mi accingo a parlare
innanzi a voi, io sento diretti verso di me, gli stiletti sottili del
partito popolare, le rivoltelle nuove fiammanti del liberalismo
tripartito, e eziandio i tromboni della social-democrazia.
(L'assemblea ride.
Il Duce, dopo una pausa, punta le braccia su la tavola, guarda
fissamente la folla e continua ad alta voce):
Perché, voi mi direte, così
vasto arsenale di armi? Perché, dinanzi a questi furiosi
consumatori d'inchiostro, domani si porrà questo formidabile
problema: ha parlato il Capo del Partito o il Capo del Governo?
Ebbene, io rispondo che parla l'uno e l'altro. (Bene! Bravo!).
Sì, in quanto che i due
elementi non formano che una unità completa, che due aspetti
dello stesso fenomeno, due attività della stessa natura.
(Applausi).
Voglio portare il mio cordiale
saluto a voi, uomini della provincia, della buona, della solida,
della quadrata provincia. Vorrei che portaste nelle città
troppo popolose e spesso smidollate il vostro spirito pieno di
profondità saggia, la vostra rozzezza, il vostro dire
chiaramente pane al pane e vino al vino, il profumo delle vostre
campagne, l'energia di questo meraviglioso popolo agrario, rurale.
(Applausi). Bisogna fare del Fascismo un fenomeno prevalentemente
rurale. In fondo alle città si annidano tutti i residui —
stavo per dire i residuati — dei vecchi partiti, delle vecchie
sette, dei vecchi istituti. Il popolo italiano è
prevalentemente rurale: su quattro milioni di combattenti, certamente
tre e mezzo erano rurali. I fascisti rurali sono i più solidi;
i militi rurali sono i più disciplinati. Si può
chiedere a loro la resistenza alla fatica, la sopportazione dei
disagi e una disciplina assoluta. E giova dire che in queste ultime
settimane la provincia si è fatta fortemente sentire ed è
stata un elemento essenziale della situazione. Ora, voi siete qui
convocati per dare un governo al partito. Bene. Ma bisogna che questo
governo abbia direttive: queste direttive debbono uscire dalla vostra
assemblea.
(segue...)
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