Il Governo Fascista e la Nazione
(4 ottobre 1924)
Nello stesso
giorno, 4 ottobre 1924, il Duce ritornò a Milano e si recò
al ricevimento offerto in suo onore al Cova dall'Associazione
Costituzionale. Rispondendo al saluto rivoltogli dal Sen. Crespi, il
Capo del Governo pronunziò questo discorso che era una sintesi
polemica dell'attività del Governo Fascista fra la Marcia su
Roma e l'ottobre 1924 e costituiva una risposta pacata, materiata di
fatti, al vaniloquio dei partiti oppositori, e particolarmente
all'atteggiamento assunto, proprio in quei giorni, dai liberali al
Congresso di Livorno.
Signori!
Una semplice coincidenza di ordine
puramente cronologico non deve condurre assolutamente a credere che
questa riunione debba costituire una specie di contraltare al
congresso liberale. Non si parlava ancora del congresso di Livorno
quando il vostro Presidente Perego mi manifestò il
proponimento di organizzare una cerimonia del genere di questa che vi
ha qui riuniti.
Vi ringrazio. Vi parlerò
molto calmamente, molto schiettamente; da milanese a milanesi.
Bisogna ritornare due anni
addietro; bisogna domandarsi ancora una volta perché si viene
alla Marcia su Roma.
Per quanto la memoria degli
italiani sia straordinariamente labile — del resto io trovo
perfettamente umano che si cerchi di dimenticare tutto ciò che
è triste nella vita per ricordarsi soltanto di tutto ciò
che vi è di bello e di buono — voi certamente non potete
aver dimenticato il periodo di angosciante paralisi dalla quale fu
colpito lo Stato italiano nei mesi di luglio, agosto e settembre
1922.
Non si poteva formare un Governo.
Si chiamavano a Roma tutti gli
specialisti in materia, si facevano riunioni quotidiane, si
stampavano fierissimi articoli su molti giornali, ma il Governo non
nasceva.
(segue...)
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