I discorsi del cinque ottobre
(5 ottobre 1924)
Il giorno
seguente, 5 ottobre 1924, il Duce tenne quattro brevi discorsi, due a
Milano, uno a Legnano e uno a Gallarate. Qui si riportano perché,
ad onta della loro brevità, hanno tutti per diverse ragioni,
un valore significativo, e provano come dovunque il Duce fosse
circondato dal consenso delle folle, mentre gli oppositori non erano
che i residui di vecchie camarille, fuori della vita vivente e senza
alcuna influenza sul Paese.
Il primo discorso
fu pronunziato a Milano, all'Università Bocconi, per
l'inaugurazione del quarto Congresso dei dottori in Scienze
Economiche:
Signori!
Ho voluto di proposito venire tra
voi per assistere a questa cerimonia inaugurale. Mi sono ricordato
che in tempi lontani io sono stato studioso delle vostre discipline e
discepolo di quello che non a torto poteva essere chiamato il
principe degli economisti; parlo di Vilfredo Pareto. La vita poi ha
spostato il mio itinerario di viaggio e non ho potuto approfondire
molti problemi che mi interessavano. Posso quindi dire che sono un
poco dei vostri e posso aggiungere che i problemi dell'economia hanno
sempre sedotto il mio spirito.
Forse perché sono aridi,
non sembrano poetici: non importa. Ma è bello che si trovino,
in paese di troppi poeti com'è l'Italia, di grandi e piccoli
poeti, di poetastri, di pochi veramente poeti, anche dei cervelli
come i vostri, che si danno allo studio per me enormemente poetico
delle cifre e dei problemi dai quali dipende in gran parte il destino
dei popoli.
L'onorevole Sindaco ha fatto molto
bene a ricordarmi, perché io me l'ero dimenticato, che si deve
a questo Governo un decreto-legge (quindi un decreto buono malgrado
fosse un decreto-legge) col quale voi siete stati elevati ad Ordine,
avete avuto il vostro posto, il posto che meritavate nella gerarchia
delle intelligenze nella vita nazionale.
(segue...)
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