(segue) Il Governo Fascista e la Nazione
(4 ottobre 1924)
[Inizio scritto]
D'altra parte lo Stato aveva già
abdicato a gran parte della sua autorità.
Bisognava uscire da una situazione
paradossale e tragica.
Io ricordo a coloro che vanno
fantasticando di sogni cesarei che nessuno più di me è
servitore devoto, leale e fedele alla Dinastia. Perché se io
fossi stato ammaliato di questi sogni di grandezza, avevo allora le
forze per poter tentare di attuarli.
Non ebbi mai queste ambizioni.
Dissi già e ripeto che non
fu un colpo di testa; tutto al più un colpo di Stato.
La Monarchia fu rispettata.
Da allora ad oggi voi vedete quale
progresso si è fatto.
La Monarchia è entrata oggi
nel profondo del popolo italiano.
Di paradossale vi è questo:
che molti di coloro che andarono alla Camera in 156 cantando bandiera
rossa oggi fanno delle professioni così entusiastiche di
lealismo, che ci rendono molto sospettosi circa la sincerità
dalla quale sono animati.
Così fu rispettato
l'Esercito.
Richiamo la vostra attenzione su
questo fatto di una certa importanza.
Tutto quello che è accaduto
dal 1919 ad oggi e che costituisce nella storia dell'Umanità
un periodo di un interesse straordinario, tanto che dovremmo
ringraziare la Provvidenza di averci fatto vivere in un periodo così
ricco di eventi memorabili, tutto quello che avvenne nel dopoguerra
doveva dimostrare che una rivoluzione si poteva fare con l'Esercito o
contro l'Esercito.
Con l'Esercito sarebbe stato un
disastro, perché l'Esercito non deve parteggiare. Il giorno in
cui l'Esercito diventa iniziatore di sedizioni, quel giorno la
Nazione corre un pericolo mortale.
(segue...)
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