(segue) Il Governo Fascista e la Nazione
(4 ottobre 1924)
[Inizio scritto]

      È stata una fatica improba, ma ci siamo riusciti.
      E oggi tutta la burocrazia è inquadrata e lavora. La burocrazia marcia bene. Certo molti Governi l'avevano abituata un po' male. Poi, in fondo, dopo il cinematografo dei Governi, l'unico elemento di stabilità era la burocrazia.
      Se non ci fosse stata la burocrazia noi ci saremmo trovati in pieno caos, perché, a prescindere da tutte le filosofie, da tutte le dottrine politiche, il Governo dello Stato è anche costituito da una serie di pratiche più o meno emarginate. Nella instabilità perpetua, rotativa, dei Governi, la burocrazia era quella che riassumeva in sé la continuità di tutta la vita amministrativa e quindi politica della Nazione.
      Bisogna ricordare anche che negli ultimi periodi dei Governi precedenti, la burocrazia aveva preso delle abitudini abbastanza spregiudicate.
      Bastava il minimo pretesto perché i ferrovieri sospendessero la marcia dei treni e gli impiegati postali e telefonici, che sono così necessari, che sono parte così viva della nostra vita, chiudessero gli sportelli.
      Accadeva frequente che il ministro, andando in ufficio al mattino, trovasse l'ufficio occupato dai suoi funzionari, e qualche volta non si trovavano i carabinieri per farli sgomberare.
      C'è stato uno sciopero dei maestri. Immaginate se si può pensare a qualche cosa di più paradossale di uno sciopero di maestri, di coloro che sono preposti all'educazione nazionale; scioperi dei professori delle scuole medie.
      Siccome c'era un sindacalismo di magistrati siamo stati a un solo pelo dall'avere lo sciopero della giustizia.
      È storia di ieri tutto ciò, o signori, non è storia del secolo di Tutankamen.

(segue...)