(segue) Il Governo Fascista e la Nazione
(4 ottobre 1924)
[Inizio scritto]
Ho concluso perciò un
trattato di amicizia con la Jugoslavia ed un trattato di commercio.
Poi un accordo con la Cecoslovacchia.
Si è così aumentato
il prestigio dell'Italia in tutto il bacino danubiano e mediterraneo.
Ho concluso anche diversi trattati
di commercio. E riconosciuta la Russia. Se ne parlava da tre o
quattro anni. Si diceva: bisogna riconoscere la Russia. La Russia
esiste. Ma nessuno andava al concreto. C'erano delle difficoltà
grandissime. Ora è stata l'Italia fascista la prima nazione
che ha ricondotto la Russia nella circolazione politica e diplomatica
dell'occidente europeo.
Ciò ha avuto e può
avere, al di sopra dei regimi politici, conseguenze di incalcolabile
portata.
La politica finanziaria voi la
conoscete e ne conoscete anche i risultati, che sono brillantissimi.
Vi sono degli indici infallibili
che denunciano la situazione economica dei popoli. Indici del
risparmio, dell'investimento nelle società per azioni, il
traffico ferroviario, il traffico dei porti. Trieste, che nel
1919-20-21 languiva ed immiseriva sotto la duplice minaccia slava e
socialista, oggi ha già raggiunto il traffico di anteguerra.
Stamane da Roma mi si comunicava,
e me lo comunicava l'ammiraglio Cagni, che il Porto di Genova carica
oggi 2000 vagoni al giorno, 700 in più di quelli che ne
caricava anteguerra.
Perché c'è
dell'ordine nei porti, perché non si fermano più i
piroscafi.
Vengo alla parte polemica del
discorso.
Voi vi rendete perfettamente conto
che un Governo non accetta condizioni da nessun partito. Nemmeno dal
mio e qui in vostra presenza voglio dire l'elogio del partito
fascista, che mi può aver dato delle piccole amarezze, ma che
mi ha dato anche delle grandissime soddisfazioni. E non mi ha mai
fatto condizioni di sorta. Sapeva che non ne avrei accettate.
(segue...)
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