(segue) Il Governo Fascista e la Nazione
(4 ottobre 1924)
[Inizio scritto]

      Chiedere lo scioglimento della Milizia è chiedere l'assurdo. Sarebbe un errore colossale. Prima di tutto è un organismo volontario. Questo lo si dimentica molto spesso e volentieri. Ha reso dei servizi e ne può rendere. Si possono rivedere i suoi quadri. Sarà giurata fede al Re con la massima lealtà.
      Coloro che richiedono lo scioglimento della Milizia io li considero senz'altro come degli avversari, quale che sia la bandiera che li raccoglie.
      Tra l'8 e il 10 novembre si riaprirà la Camera. Finite le feste per la celebrazione della Vittoria, che questo anno deve perdere il suo troppo accentuato carattere di quietismo e di malinconia, si riaprirà il Parlamento.
      Questa è vera normalità.
      Porteremo al Parlamento tutti i decreti legge. Vogliamo sbarazzare il terreno legislativo di questi decreti. Un blocco sarà approvato con un solo voto, gli altri saranno discussi. Vi sono tutti i trattati internazionali che saranno discussi diligentemente.
      Poi porteremo davanti al Parlamento il riordinamento dell'Esercito. Questa è la questione che dovrà tra tutte interessare gli italiani perché si tratta della sicurezza della Nazione. Porteremo quindi i bilanci. Io domando se si può pensare ad una politica più normale di questa, quando voi ricordiate che da 12 anni non si discutono più i bilanci e i Parlamenti sono nati per discutere i bilanci, per controllare le entrate e le uscite di quella gigantesca amministrazione che è l'amministrazione dello Stato.
      Quando noi parliamo di pace parliamo con animo assolutamente sincero.
      Sarebbe veramente paradossale che dopo avere fatto tanti trattati di pace con uomini che abitano al di là delle nostre frontiere, che non hanno comune con noi né la razza né la lingua né i costumi né la religione né la storia non riuscissimo a dare pace agli abitanti dello stesso paese.

(segue...)