(segue) Il Governo Fascista e la Nazione
(4 ottobre 1924)
[Inizio scritto]

      Quindi vogliamo la pace. La vogliamo sinceramente. Ma accade il singolare fenomeno che quando il Fascismo alza il ramoscello di ulivo, dall'altra parte non si odono che grida di scherno e si interpreta ciò come un atto di debolezza. Non solo, ma mentre si chiede a noi il disarmo, voi sapete che a Parigi vi è stata una prima manifestazione di centurie proletarie armate, con gagliardetti e con scimmiottature fasciste. Ed in Italia si sta tentando una cosa analoga. Niente di grave: tentativi sporadici. Ma è deplorevole medico quello che trascura i sintomi.
      Siamo per la pacificazione se anche gli altri vogliono la pacificazione.
      E come si può andare a questa pacificazione? Bisogna riconoscere i fatti compiuti. È inutile essere più intransigenti di quel medico di cui parla Galileo nel suo dialogo dei massimi sistemi: che pur vedendo la circolazione del sangue la negava soltanto perché Aristotile l'aveva negata.
      Si voglia o no, nell'ottobre del '22 vi è stato un atto insurrezionale, una rivoluzione, anche se sulla parola si può discutere.
      Comunque, una presa violenta del potere.
      Negare questo fatto compiuto, cercare di cancellarlo con una polemica giornalistica, con un giuoco dialettico, è veramente un non senso.
      D'altra parte, signori, voi siete acuti osservatori dei fenomeni sociali, perché siete gente del lavoro, gente che vive in contatto con le masse. Avete quindi una sensibilità squisita. Il Fascismo è un fenomeno di linee imponenti. È una creazione originale italiana. Non si può disperdere come il sole disperde al mattino le nebbie nei prati.
      È un fenomeno che interessa tutto il mondo.

(segue...)