(segue) La politica estera alla Camera
(15 novembre 1924)
[Inizio scritto]

      Queste sono le direttive generali della politica, che mi hanno condotto a riconoscere la Russia, prima di tutti gli altri, e con un trattato di commercio che comincia a dare i suoi frutti. Con quel paese le nostre relazioni sono ottime. Come pure sono eccellenti con la Germania. Sono più amichevoli, è appena il caso di dirlo, con i nostri Alleati di guerra.
      Ma il crescente prestigio dell'Italia si rivela in ciò: che altre Nazioni del bacino danubiano, altre Nazioni dell'Oriente europeo, hanno già fatto dei passi verso il Governo italiano per stringere dei patti di collaborazione e di amicizia. Oggi si ricerca, e si ricerca con insistenza, l'amicizia e la solidarietà dell'Italia.
      La nostra politica estera ha dato un apporto notevole al problema delle riparazioni. Lo ha dato fin da quando a Londra io posi nettamente la connessione del problema delle riparazioni con quello dei debiti interalleati. Lo ha dato successivamente, quando alla conferenza di Londra si è stabilito l'accordo che ha condotto all'applicazione del piano Dawes. Ma il problema non è risolto. Si tratta adesso di stabilire l'ammontare delle riparazioni tedesche. Io credo che ad un certo momento bisogna togliere questo punto interrogativo. Si tratta di affrontare la questione dei debiti interalleati. È una questione che sembra di cifre e di economia, ma è profondamente umana. Sarebbe veramente paradossale ed ingiusto che si facessero delle agevolazioni alla Germania e fossimo costretti, proprio noi, che abbiamo dato tanto sangue, a pagare anche dei danari.
      Io credo che almeno si dovrà agevolare di tanto la Germania di quanto saranno agevolate l'Italia e la Francia in materia di debiti interalleati.
      Un altro problema grave assai è quello che si è dibattuto recentemente a Ginevra: la questione del protocollo e la questione del disarmo, o meglio di una riduzione degli armamenti.

(segue...)