(segue) La politica estera al Senato
(11 dicembre 1924)
[Inizio scritto]
Ma il problema dell'emigrazione è
diventato più grave ancora dopo la guerra. La guerra ha
condotto a una accentuazione dei singoli nazionalismi, ha posto dei
problemi che prima non si ponevano dinanzi alla coscienza dei popoli.
Gli Stati Uniti hanno dubitato, in un certo momento, del loro potere
di assimilazione. Dal giorno in cui nella coscienza nazionale, nella
coscienza della classe dirigente degli Stati Uniti, è sorto il
dubbio sulla capacità assimilativa della razza fondamentale
anglo-sassone, da quel giorno è nato il fatto che ha ridotto
le nostre possibilità emigratorie in quegli Stati alla cifra
irrisoria di 4500 persone all'anno. In questa legge ha giuocato anche
Samuele Gompers per evitare la concorrenza degli operai europei e per
tener alti i salari degli operai americani. Durerà questa
legge? Sarà abrogata? Si allargheranno le maglie di questa
legge? Non ci è dato di saperlo. Io credo che non si debbono
attendere modificazioni almeno per un certo periodo.
Nell'altro ramo del Parlamento io
ho fatto una lunga esposizione dettagliata delle condizioni della
nostra emigrazione nel più vasto e ricco paese dell'America
del Sud. Una volta l'emigrazione era libera. Partivano queste masse
umane per tutti i continenti della terra, e nessuno si occupava di
loro. Poi si è visto che non si poteva, né dal punto di
vista nazionale, né dal punto di vista umano, ignorare la
sorte di questi fratelli nostri, abbandonarli così al loro
destino, spesse volte incerto e ingratissimo. Oggi si cerca: 1°)
di preparare la massa emigrante, di prepararla, anche materialmente,
nei porti d'imbarco; 2°) di finanziare delle imprese di lavoro
italiano all'estero. E a ciò appunto attende l'Istituto a cui
si è accennato in quest'aula. L'Istituto ha un capitale di 100
milioni, e si stanno piazzando le azioni proprio in questi giorni; le
prime notizie dicono che i risultati sono soddisfacenti. Naturalmente
il Senato può stare sicuro che questo Istituto sarà
controllato, che dovrà aiutare le imprese redditizie e
convenienti, e che rifiuterà di dare denari ad imprese
fantastiche e sbagliate.
(segue...)
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