(segue) La politica estera al Senato
(11 dicembre 1924)
[Inizio scritto]

      Tre circoli di cultura italiana sono stati fondati a Belgrado, Zagabria e Lubiana. Per iniziativa ancora della «Leonardo» si è aperta una biblioteca italiana a Tunisi, ed una a Salonicco. La fondazione ha inoltre avviato rapporti con editori e librai per ottenere riduzioni di tariffe postali e marittime, che consentano al libro italiano una più larga espansione.
      Il Ministro della Pubblica Istruzione, che sta riordinando tutta la poderosa materia dei nostri studi archeologici e di storia dell'arte, mi ha già sottoposto in questi giorni il progetto che riguarda la scuola archeologica di Atene, il più glorioso dei nostri Istituti di cultura all'estero. Le nuove provvidenze sono intese a dare maggiore decoro ed incremento alla scuola stessa, affinché possa più efficacemente e degnamente assolvere gli alti compiti che le sono affidati.
      Signori senatori, il problema della cultura esiste, ma per risolverlo con tutto lo splendore necessario, occorrono mezzi. I paragoni che ci ha portato testé il senatore Rava sono interessanti e significativi; se invece di 5 milioni ne avessimo 50, è certo che si aumenterebbero le scuole, si diffonderebbero i libri, si aumenterebbe il raggio di diffusione della nostra lingua e della nostra cultura nel mondo.
      Debiti e riparazioni. È stato il sen. Artom che ha toccato questo tasto straordinariamente delicato. Quantunque gli italiani lo abbiano dimenticato perché è una cosa spiacevole, il fatto è questo: che noi abbiamo 100 miliardi di lire-carta di debito. Quando voi pensate a questa cifra astronomica, 100.000 milioni, voi vi rendete conto di certe oscillazioni dei cambi e della svalutazione della nostra lira. Fino a quando sull'orizzonte della nostra finanza penderà questa grossa nube, comprendete che non possiamo guardare con assoluta tranquillità il nostro avvenire finanziario.

(segue...)