(segue) La politica estera al Senato
(11 dicembre 1924)
[Inizio scritto]
È possibile elevare la
percentuale di Spa, che risulta da un accordo formale accettato
dall'Italia?
Non posso rispondere a questo
interrogativo. Se la questione ritornasse sul tappeto si potrebbe
tentare di discutere, ma sono scettico circa tale evenienza. Ho
tuttavia appena bisogno di aggiungere che la mia politica estera
segue attentamente, giorno per giorno, questo importantissimo
problema dei debiti e riparazioni.
Passo a Un'altra questione, che
potrebbe sembrare d'ordine amministrativo, ma non è. Quando io
ho assunto il dicastero degli Esteri, ho voluto informarmi dello
stato dei locali degli edifici delle nostre ambasciate e dei nostri
consolati. Avevo sentito dire che in Tunisi bianchissima l'unica casa
nera era il consolato italiano; avevo sentito dire, ad esempio, che
in una città del Nord la legazione italiana era al quinto
piano ed era al quinto piano che si vedeva, di quando in quando,
issata la bandiera, il nostro tricolore.
Io dissi: bisogna correre ai
ripari. È una questione di dignità e di prestigio per
la Nazione.
Una grande Nazione non può
porre i suoi rappresentanti in baracche indecenti che disonorano la
Nazione stessa. Il problema era difficile; perché anche questo
era un problema di mezzi. Chiesi e ottenni 64 milioni di lire per
l'acquisto, la costruzione e l'arredamento delle Regie Rappresentanze
diplomatiche all'estero.
Nominai una commissione, sotto il
mio diretto controllo, perché m'informasse minutamente della
situazione. In due anni molto si è fatto in questa direzione.
Abbiamo a Praga, a Copenaghen, a Helsingfors, a Nizza, a Salonicco,
sedi diplomatiche e consolari degnissime, invidiate da altre nazioni.
A Mosca il nostro ambasciatore ha forse uno dei migliori palazzi
della città. Stiamo poi costruendo nuovi palazzi per
l'ambasciata di Washington, la legazione di Belgrado e il consolato
di Tunisi. Non solo, ma abbiamo arredate le ambasciate di Londra e di
Madrid, le legazioni dell'Aja, di Copenaghen, di Berna. Per tale
scopo abbiamo anche preso i mobili, i quadri e gli arazzi tratti dai
palazzi che la munificenza sovrana aveva messo a disposizione del
demanio.
(segue...)
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