(segue) Discorso del 3 gennaio
(3 gennaio 1925)
[Inizio scritto]
Richiamo su ciò la vostra
attenzione, perché è un sintomo: il diretto 192 preso a
sassate da sovversivi con rotture di vetri.
A Moduno di Livenza un capo
manipolo assalito e percosso.
Voi vedete da questa situazione
che la sedizione dell'Aventino ha avuto profonde ripercussioni in
tutto il Paese. Ed allora viene il momento in cui si dice: basta!
Quando due elementi sono in lotta e sono irreducibili, la soluzione è
nella forza. Non c'è stata mai altra soluzione nella storia e
non ci sarà mai.
Ora io oso dire che il problema
sarà risolto. Il Fascismo, Governo e Partito, è in
piena efficienza. Signori, vi siete fatte delle illusioni! Voi avete
creduto che il Fascismo fosse finito perché io lo comprimevo,
che il Partito fosse morto perché io lo castigavo e poi avevo
anche la crudeltà di dirlo. Se io la centesima parte
dell'energia che ho messo a comprimerlo la mettessi a scatenarlo, oh,
vedreste allora...
Ma non ci sarà bisogno di
questo, perché il Governo è abbastanza forte per
stroncare in pieno e definitivamente la sedizione dell'Aventino.
L'Italia, o signori, vuole la
pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa; gliela
daremo con l'amore, se è possibile, o con la forza se sarà
necessario. Voi state certi che nelle 48 ore successive al mio
discorso, la situazione sarà chiarita su tutta l'area, come
dicono. E tutti sappiano che non è capriccio di persona, che
non è libidine di governo, che non è passione ignobile,
ma è soltanto amore sconfinato e possente per la Patria.
Dopo questo discorso decisivo,
l'Aventino si trovò in una posizione anche peggiore di prima:
assente dalla vita pubblica e coperto dal disprezzo della coscienza
nazionale. Alla Camera la lotta continuò, concentrandosi sul
disegno di legge sulla riforma elettorale, presentato dal Governo e
difeso - nella tornata del 17 gennaio 1925 - da un vigoroso discorso
di S. E. Luigi Federzoni, Ministro degli Interni. Alla fine della
discussione il Governo pose la questione di fiducia sul seguente
ordine del giorno dell'On. Roberto Farinacci: «La Camera
approva i principi informatori del disegno di legge sulla riforma
elettorale e passa alla discussione degli articoli». L'ordine
del giorno fu approvato con 307 voti favorevoli e 33 contrari, su 340
votanti. Lo stesso disegno di legge fu approvato dal Senato, nella
tornata del 14 febbraio 1925, con 214 voti favorevoli e 58 contrari,
su 272 votanti.
(segue...)
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