(segue) Elogio ai gregari
(28 febbraio 1925)
[Inizio scritto]

      Che sul terreno della questione morale le opposizioni siano state irreparabilmente battute, è oramai ammesso non solo nei malinconici conversari dell'Aventino, ma anche in manifestazioni pubbliche. Ecco le dichiarazioni dell'on. Lussu, il deputato sardista:
      «Quella che è stata chiamata questione morale è superata, malgrado ogni affermazione in contrario.
      «L'on. Mussolini ha imposto il suo dilemma con una schiacciante logica di forza. Egli ha detto con lealtà, assolutamente nuova negli annali parlamentari del XX secolo: i delitti che mi attribuiscono io non li ho commessi: sono quindi innocente, ma se gli oppositori si ostinano a volermeli attribuire, ebbene io ne assumo in pieno la responsabilità.»
      «Tutto questo è chiaro come un'operazione aritmetica di prima elementare.
      «Dopo di che il Parlamento ha votato, per la centesima volta, la sua superflua fiducia. Tutti quelli che giurarono sui vivi e sui morti che l'atteggiamento ostile dei tre Collari dell'Annunziata avrebbe ineluttabilmente aperto una crisi, sono stati amaramente puniti. E insieme a loro tutti quei liberali che, in piena buona fede, ritenevano d'essere le colonne dell'edificio. Il Paese ha potuto ad occhi aperti constatare che non colonne erano, ma semplici cariatidi di decorazione esterna.»
      Più meditate considerazioni ma non meno significative, ha pubblicato nel numero di gennaio della rivista repubblicana Critica Politica il suo direttore Oliviero Zuccarini:
      «Confessiamo — egli dice — di aver creduto pure noi che si fosse alla fine dell'esperimento fascista.
      «Mussolini, invece, ha avuto ancora una volta ragione dei propri avversari. Nettamente ha raddrizzato la propria posizione di dominio. La gravità delle accuse che lo investivano senza requie lo hanno fatto compreso che si trattava per lui di giocare il tutto per il tutto. E, dopo molte incertezze, si è gettato nel gioco con la volontà decisa di resistere e di vincere... Per vie, diciamo così legali, egli riesce a ciò a cui non sarebbe riuscito mobilitando e mettendo in azione lo squadrismo... Si deve riconoscere a Mussolini quella prontezza di decisioni ed indifferenza dei mezzi che sono mancate assolutamente nei suoi avversari e in ciò consiste la loro debolezza...

(segue...)