(segue) Elogio ai gregari
(28 febbraio 1925)
[Inizio scritto]

      Ma, poi, è costituzionale la secessione dell'Aventino? Coloro che parlano di popolo avvinto in catene — e tutte le misure del Governo si limitano a un controllo della stampa — non pensano che tali misure sono necessarie di fronte alla sedizione tipicamente anticostituzionale dell'Aventino?
      L'Aventino non contava soltanto sullo sfacelo del Partito e sulla paralisi del Governo, ma anche sullo «sfaldamento» della maggioranza. Anche questo calcolo è stato sbagliato. La maggioranza è stata sottoposta ad un «collaudo» di solidità che ha del prodigioso.

      IV.
      Si consideri che la riforma elettorale è stata ignorata dalla maggioranza. Giunge d'improvviso, senza preparazione di sorta. C'è da rimanere storditi. Qualche fenomeno di stordimento, in realtà, si avverte, ma poi l'equilibrio politico si ricompone. Le dissidenze scompaiono. Tutti rientrano nei ranghi. Mai al mondo una maggioranza parlamentare, composta in gran parte di sensibili e di passionali, come quella fascista, diede altrettanto esempio maestoso di disciplina. Qui è chiaro — come la luce del sole — che la disciplina nel Fascismo ha veramente aspetti di religione. Qui si appalesa nelle sue stigmate infallibili il volto e l'anima della gente che nelle trincee ha appreso a coniugare, in tutti i modi e i tempi, il verbo sacro di tutte le religioni: obbedire! Qui è il segno della nuova Italia che si disimpegna una volta per tutte dalla vecchia mentalità anarcoide e ribellistica e intuisce che solo nella silenziosa coordinazione di tutte le forze, sotto gli ordini di uno solo, è il segreto perenne di ogni vittoria.
      Dopo la prova della disciplina, ecco quella dell'agnosticismo di fronte ai sistemi elettorali. I fascisti — deputati o no — avvertono la estrema contingenza di tutti i sistemi elettorali. Non c'è un dogma elettorale. Il sistema Acerbo è andato bene nel 1924; il collegio uninominale andrà altrettanto bene quando sarà l'ora di convocarlo. Tutta la letteratura che vi fiorisce attorno, è roba da macero. La famosa storia delle clientele, è ormai di dominio della rettorica da locanda. Dacché gli uomini fecero della politica, ci furono tra di essi degli uomini, più propriamente detti politici. Costoro ebbero sempre delle clientele e le clientele non furono sempre di disonesti o di corrotti. Questione di educazione politica. La clientela può andare dal cenacolo di asceti incontaminabili alla camorra dei profittatori e dei raggiratori. Dire che il collegio uninominale rimette in piedi i campanili è anche esagerato. Già, una specie di campanile cosiddetto preferenziale faceva squillare le sue campanelle pettegole anche in regime di proporzionale pura e di proporzionale maggioritaria: ma poi c'è stata la guerra che ha rimescolato, dalla Sicilia al Piemonte, tutti gli italiani di ogni età e classe, per cui il campanile è — sì — ancora in piedi, ma gli occhi di tutti scorgono, al di là, la Nazione.

(segue...)