(segue) Elogio ai gregari
(28 febbraio 1925)
[Inizio scritto]

      Quando io penso alle molte e varie prove che io ho imposto ai miei gregari, in questi cinque anni di dure battaglie, e specie in questi ultimi mesi; quando penso alle infinite attestazioni di devozione che mi furono date in ogni campo e a quelle ancora maggiori che potrei chiedere, le amarezze per i tradimenti inevitabili e le umane fragilità della carne, e l'abbietta malafede di molti avversari, dileguano: resta l'orgoglio e l'umanità del Capo, che obbedisce ed è obbedito, secondo la legge immutabile della guerra, che io condurrò strenuamente — per fasi, più o meno previste o imprevedibili — sino alla totale vittoria.