Contro la Massoneria
(16 maggio 1925)
Questo discorso
per la legge contro le Società segrete segna una data
fondamentale nella storia del Regime. Il Duce era sempre stato
avverso alla Massoneria - che tendeva a dominare e corrompere la vita
pubblica italiana e i gangli vitali dell'attività statale, con
una fitta rete di segreti accaparramenti di persone, con un
favoritismo sistematico verso i proseliti, con una serie ininterrotta
di transazioni e d'intrighi.
Fin dal 1912,
Benito Mussolini, quando ancora militava nelle file del socialismo
intransigente, si era fatto promotore al Congresso di Ancona
dell'espulsione dei Massoni dal Partito Socialista.
Ma nel dopoguerra
la Massoneria - facendosi forte del fatto di essere stata
prevalentemente interventista - mentre non aveva saputo reagire
all'ondata bolscevizzante tendeva nuovamente a corrompere il paese:
si era servita della stampa per soffiare nel torbido nel momento
dell'affare Matteotti e non era estranea a quella frazione di
combattentismo antifascista che si era manifestato dopo il Congresso
di Assisi.
Il Fascismo sfidò
a viso aperto la congrega massonica: alle armi segrete oppose armi
palesi - e vinse. La votazione della legge contro le società
segrete sanzionò definitivamente la condanna della Massoneria.
Il discorso del Duce fu pronunziato alla Camera dei Deputati nella
tornata del 16 maggio 1925; la votazione ebbe luogo il giorno
seguente, per appello nominale: 304 presenti, 304 favorevoli al
disegno di legge Mussolini.
Nella mia qualità di
presentatore di questo disegno di legge e dopo il discorso brillante
dell'amico e collega Rocco, mi limito a dichiarazioni brevissime.
Intanto io approvo che questa assemblea discuta con concisione i
disegni di legge che le vengono presentati; segno che essi rispondono
ad un bisogno sentito dalle coscienze.
(segue...)
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