La politica estera al Senato
(20 maggio 1925)


      Nella tornata del 20 maggio 1925, discutendosi al Senato del Regno il bilancio degli Affari Esteri, su relazione dell'on. Rava, il Duce prese l'occasione per tratteggiare sinteticamente la politica estera degli ultimi mesi con il seguente discorso:

      Voglio in primo luogo tributare un ringraziamento al relatore, anche perché la fatica è stata tripla: ha dovuto occuparsi del bilancio degli affari esteri, di quello del fondo per l'emigrazione ed anche del bilancio dell'Aviazione. Credo che questa sia l'ultima volta in cui il bilancio dell'Aviazione viene aggregato a quello di un altro ministero, da ora in poi credo sarà autonomo.
      Da qualche mese la politica europea si trova in un periodo di sosta, in una specie di tempo di arresto. Sepolto il protocollo, tutte le questioni che ad esso si connettevano sono rimaste in sospeso. Ciò è dovuto prima di tutto alla crisi francese; poi alla crisi belga; in terzo luogo alla crisi tedesca culminata con l'elezione di Hindenburg.
      Il R. Governo non si è allarmato per il fatto che 15 milioni di tedeschi abbiano votato il nome del maresciallo che guidò gli eserciti germanici durante la guerra, e, all'indomani del fatto mandai un telegramma ai nostri rappresentanti all'estero per precisare il mio punto di vista cioè che non c'era che da prendere atto del fatto compiuto, specialmente nei paesi dove esiste il regime democratico in pieno. Hindenburg non andava a Berlino attraverso un putsch vittorioso, ma attraverso il responso legale e spettacoloso, se si vuole, di ben 15 milioni di tedeschi. In secondo luogo presumevo che, come spesso accade, la presenza di Hindenburg può facilitare quella conciliazione che solo i Governi forti possono in certe determinate circostanze stabilire; e in terzo luogo, sempre nel telegramma di cui parlo, constatavo che la elezione di Hindenburg doveva essere considerata come il risultato di una politica incerta, contradittoria e incoerente quale è quella che l'Intesa ha seguito dal trattato di Versailles in poi.

(segue...)