(segue) La politica estera al Senato
(20 maggio 1925)
[Inizio scritto]
Credo che il Senato si interesserà
un po' alle cifre che io voglio leggere per documentare queste mie
affermazioni. Aggiungo che ho mandato un funzionario di mia fiducia a
Fiume a fare una inchiesta sulla fine del 1924 e ho rinviato colà
lo stesso funzionario perché aggiornasse i dati statistici al
10 maggio.
Al 15 dicembre 1924 c'erano in
Fiume 2619 disoccupati, fra uomini e donne, fra italiani e stranieri;
al 1° maggio 1925 i disoccupati, in totale, erano 491.
Gli operai impiegati
nell'industria, che erano 2303, nel 1923, sono saliti nell'anno
successivo a 4334 e, attualmente, a 4704. La gente di mare ha fatto
uno sbalzo innanzi notevole, gli operai impiegati nel porto marittimo
in genere, da 269 sono saliti a 1196. Il traffico complessivo del
porto che fu, nel 1913, di quintali 22 milioni e mezzo e che 10 anni
dopo, nel 1923, fu di due milioni, nel 1924 è già
salito a quattro; e le previsioni, a seconda dei risultati del primo
quadrimestre dell'anno in corso, fanno salire questo traffico
complessivo a sette milioni.
I navigli approdati, che furono
1798 nel 1923, furono 1977 nell'anno successivo, e si calcola che,
nell'anno in corso, approderanno a Fiume 2650 navigli.
Il movimento ferroviario aumenta.
Nel 1923 esso fu complessivamente di 147 mila tonnellate; nel 1924
era di 372 mila tonnellate.
Non bisogna cantare vittoria però,
perché Fiume ha sofferto per dieci anni consecutivi,
economicamente e moralmente; ha avuto una crisi economica e morale
acutissima. Il Governo in questi ultimi tempi è andato
incontro ai bisogni del Comune con una assegnazione di tre milioni e
mezzo, che hanno sanato il deficit, ed ultimamente ha preso un
provvedimento con cui 25 milioni vengono assegnati per l'incremento
delle industrie fiumane.
La ripresa c'è: è
notevole e confortante. Di tutte le città che noi abbiamo
redente, soltanto Pola è oggi in tristi condizioni. Tutta la
vallata dell'Isonzo è già in piena fioritura: da
Gorizia, che rivede i suoi stabilimenti sui luoghi stessi delle
battaglie, a Monfalcone, che ha i cantieri in piena efficienza, a
Trieste, che ha veduto risolti nel 1923 e 1924 tutti i suoi problemi.
È molto importante, onorevoli senatori, che noi vinciamo, dopo
la battaglia militare e dopo la battaglia politica, anche la
battaglia economica: perché non si deve dire che la redenzione
è stata accompagnata dal disagio e dalla miseria.
(segue...)
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