(segue) La politica estera al Senato
(20 maggio 1925)
[Inizio scritto]

      Io non credo, anche per le ultime letture che ho avuto occasione di fare (interessante, fra le altre, quella del libro di un ingegnere francese ricco di uno spirito pratico e realistico) non credo possibile riportare la Russia allo stadio del comunismo militante e militare del 1921. Bisogna abituarsi all'idea di una Russia che sarà un grande paese di piccoli proprietari guidati da un partito che dovrà evolversi e dovrà tener conto delle nuove necessità; dovrà assorbire tutto quello che è possibile assorbire, specialmente tra gli elementi che si chiamano apolitici e senza partito, perché non hanno il coraggio di essere contro il partito dominante: e dovrà fare una politica di realtà tanto all'interno che all'estero.
      Terza Internazionale e Governo sono due enti separati, però tutti gli uomini del Governo appartengono al partito comunista, e quindi alla Terza Internazionale: escono da quella matrice. La loro azione tende sempre a differenziarsi, e più aumenterà la posizione della Russia nel mondo, tanto più il Governo russo sarà costretto a separare la sua azione da quella della Terza Internazionale.
      Non c'è dubbio che la Terza Internazionale lavori. Ha creato un'organizzazione scientifica, sistematica di propaganda, è probabile che si accentui quest'opera di propaganda all'estero, in concomitanza con la ritirata all'interno.
      Comunque, io posso dire al sen. Garofalo che non c'è motivo di seria preoccupazione per quel che riguarda l'Italia. Noi conosciamo benissimo i comunisti italiani, sappiamo benissimo quanti sono, che cosa fanno, che cosa pensano di fare. Numericamente si tratta di forze esigue: non hanno grandi entrature tra le masse operaie.
      Noi li vigiliamo assai da vicino. Del resto essi non possono rimproverarci nulla, in quanto in Russia, per combattere i nemici del regime bolscevico, hanno adottato sistemi che noi non adotteremo mai. Quindi l'opera di vigilanza sarà assidua e continua e intelligente. Non credo che il Governo russo voglia compromettere la sua posizione diplomatica, dando motivo di sospetto ai Governi presso i quali esso è accreditato. Debbo dichiarare con tutta lealtà che al Governo italiano non risulta finora nulla circa l'atteggiamento dei rappresentanti diplomatici russi in Italia, e anche degli addetti commerciali, che sono numerosi, perché, come ho detto prima, il commercio coll'estero è una funzione statale. Finora questo contegno è stato assolutamente corretto: così mi auguro che sia in seguito.

(segue...)