(segue) La politica estera al Senato
(20 maggio 1925)
[Inizio scritto]

      Nell'altro ramo del Parlamento avrò occasione, discutendosi del trattato di commercio, di fare alcune dichiarazioni, favorevoli a questo trattato di commercio; anche se non ha dato i risultati clamorosi, che qualcuno attendeva, ma che non poteva dare. Basta considerare lo stato dell'economia russa, e anche le nostre possibilità, per comprendere che siamo dinanzi a un sintomo di ripresa, a un avviamento di traffici che dobbiamo continuare, se vogliamo avere risultati più duraturi e fecondi.
      Ci sono tre questioni grosse sul tappeto e io ne parlerò con tutta la discrezione necessaria, perché essendo questioni in corso, la prudenza è opportuna.
      Ho voluto avere sott'occhio il testo dei telegrammi mandati nel marzo ai nostri ambasciatori di Parigi e di Londra, perché in essi è esposto il punto di vista del Governo italiano di fronte al patto di garanzia. Ieri sera ho ricevuto il testo del progetto di risposta alla Germania redatto dal Governo francese. È un documento assai importante che precisa l'atteggiamento del Governo francese.
      Quale è il punto di vista del Governo italiano sulla questione? Il Governo è favorevole all'entrata della Germania nella Lega delle Nazioni e come già dissi in questa stessa aula è favorevole a che la Germania abbia un posto permanente nel Consiglio della Lega delle Nazioni. Non si può pensare a un patto di garanzia a tre: bisogna pensare a un patto di garanzia per lo meno a cinque e occorre, a mio avviso, che il patto di garanzia a cinque, con altri patti di garanzia che vi potrebbero essere, siano a un certo momento messi sotto l'egida della Società delle Nazioni, nella quale la Germania sarebbe entrata.
      Non bisogna, o signori, garantire soltanto le frontiere sul Reno, bisogna garantirle anche sul Brennero. Ora a questo proposito io debbo precisare il punto di vista del Governo italiano per quanto riguarda la questione della propaganda che si fa in Austria e in Germania per l'annessione o Anschluss che dir si voglia. Non è ammissibile. Il vero è che lo stesso Governo tedesco ha dichiarato che non intende porre una questione del genere. Ma è altrettanto vero che una propaganda attivissima ferve per creare quei moti d'opinione che ad un cerio momento si definiscono «irresistibili». Ora io credo che il Senato italiano sarà d'accordo con me, che mi conforterà in questo punto di vista, che cioè l'Italia non potrebbe mai tollerare quella patente violazione dei trattati che consisterebbe nell'annessione dell'Austria alla Germania. La quale annessione, a mio avviso, frustrerebbe la Vittoria italiana, aumenterebbe la potenza demografica e territoriale della Germania, e ci darebbe quella situazione di paradosso: che l'unica nazione che aumenterebbe i suoi territori, che aumenterebbe la sua popolazione, facendo di sé il blocco più potente nell'Europa centrale, sarebbe precisamente la Germania.

(segue...)