(segue) La politica estera al Senato
(20 maggio 1925)
[Inizio scritto]
Ma la politica fra gli Stati non è
mai stata dominata da idealismi morali, siano pure essi rispettabili,
come lo sono in realtà. E allora bisogna agire nella realtà,
così come ci viene presentata.
Il Governo riconosce il suo debito
e ha dichiarato che, compatibilmente con la sua situazione economica
presente e futura, farà fronte ai suoi impegni. Certamente si
può o precedere un eventuale invito o aspettare.
Questa può essere anche una
procedura diplomatica da scegliere a seconda delle circostanze, a
seconda dell'utilità che presenta, ma io credo che il Senato
conforterà il Governo in questo punto di vista, che, dati i
sacrifici di sangue che noi abbiamo compiuto per la guerra, dato il
volume della nostra ricchezza — che è un quinto, di
quella della Francia, e non è nemmeno paragonabile con il
volume della ricchezza inglese — noi dovremo avere qualche cosa
di più di quella che si chiama la clausola della Nazione più
favorita e cioè che, se si dà ad altri la moratoria, a
noi dovrebbe darsi, a ragion veduta, maggiore che ad altri; se si
concede ad altri una ratizzazione di decine e decine di anni, io non
la chiederò di secoli, ma la chiederò in una misura
alquanto più larga. Se si vuole che noi paghiamo, bisogna
metterci nella condizione di far fronte a questi impegni. Sarebbe
veramente crudele che si fosse fatto un trattamento di agevolazione a
favore dei paesi vinti e si facesse un trattamento di esosità
per i paesi vincitori!
Dalle brevi dichiarazioni che ho
avuto l'onore di farvi, onorevoli Senatori, voi vedete che le
direttive della politica estera di questo Governo restano immutate.
Resta una politica ispirata dalla necessità di una
conciliazione che tenga conto dei nostri giusti e legittimi
interessi, e una politica di tutela delle nostre questioni singolari
e di aumento del nostro prestigio nel mondo. Io credo che voi,
onorevoli Senatori, dando il voto favorevole al bilancio degli
esteri, vorrete suffragare col vostro pregiato ed alto consenso
questa politica!
(segue...)
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