(segue) Fascismo e Sindacalismo
(31 maggio 1925)
[Inizio scritto]

      «La Confederazione Generale dell'Industria Italiana e la Confederazione Generale delle Corporazioni Sindacali Fasciste:
      «intendendo armonizzare la propria azione con le direttive del Governo Nazionale che ha ripetutamente dichiarato di ritenere la concorde volontà di lavoro dei dirigenti le industrie, dei tecnici e degli operai come il mezzo più sicuro per accrescere il benessere di tutte le classi e le fortune della Nazione;
      «riconoscendo la completa esattezza di questa concezione politica e la necessità che essa sia attuata dalle forze produttive nazionali;
      «dichiarano che la ricchezza del Paese, condizione prima della sua forza politica, può rapidamente accrescersi e che i lavoratori e le aziende possono evitare i danni e le perdite delle interruzioni lavorative, quando la concordia fra i vari elementi della produzione assicuri la continuità e la tranquillità dello sviluppo industriale;
      «affermano il principio che l'organizzazione sindacale non deve basarsi sul criterio dell'irriducibile contrasto di interessi tra industriali ed operai, ma ispirarsi alla necessità di stringere sempre più cordiali rapporti fra i singoli datori di lavoro e lavoratori e fra le organizzazioni sindacali, cercando di assicurare a ciascuno degli elementi produttivi le migliori condizioni per lo sviluppo delle rispettive funzioni ed i più equi compensi per l'opera loro, il che si rispecchia anche nella stipulazione di contratti di lavoro secondo lo spirito del Sindacalismo nazionale;
      «e decidono:
      «a) che la Confederazione dell'Industria e la Confederazione delle Corporazioni Fasciste intensifichino la loro opera diretta ad organizzare rispettivamente gli industriali ed i lavoratori con il reciproco proposito di collaborazione;

(segue...)