(segue) Fascismo e Sindacalismo
(31 maggio 1925)
[Inizio scritto]

      Segue nella relazione dell'avv. Lusignoli, che è il solerte e diligente segretario della Corporazione, un lungo elenco di concordati in centinaia di località per tutte le diverse categorie di impiegati. Secondo il dott. Luigi Razza, la Corporazione del Teatro, divisa in 16 Sindacati nazionali, conta 21.427 aderenti. Si sono conseguiti miglioramenti in misura variabile fra il 10% e il 30%. Il Sindacato nazionale fascista «monopoli industriali» ha 12.000 inscritti divisi nelle 24 manifatture. Il Sindacato nazionale delle «comunicazioni secondarie», sorto sin dal 1921, raccoglie buona parte dei ferro-tranvieri italiani. Esso superò brillantemente la prima prova nell'agosto del 1922, quando contribuì al fallimento dello sciopero generale antifascista proclamato dall'Alleanza del Lavoro. Sotto l'egida del Sindacato, egregiamente diretto da un vecchio e provetto organizzatore qual'è il Ciardi, si sono stipulati concordati di miglioramento ai ferro-tranvieri nelle città di Trieste, Milano, Livorno, Messina, Brescia, Parma, Verona, Bologna, Genova, Montevarchi, Firenze, Bergamo, Ancona, Lucca, Mestre, Pisa e in data 22 aprile scorso veniva firmato il concordato nazionale fra la Corporazione e la Federazione Industriale, con un aumento medio del caro-viveri del 12 %.
      Sempre in tema di inscrizioni il Sindacato nazionale dei lavoratori dei porti contava alla data del 28 febbraio scorso 22.369 soci. Questo spiega anche il ritorno operoso dei porti italiani.
      La Corporazione nazionale sanitaria, diretta dal dott. Arnaldo Fioretti, conta 20.525 soci, dei quali 7200 medici condotti, 2400 veterinari, 2000 farmacisti, circa 7000 infermieri e altri gruppi minori.
      La Corporazione delle professioni intellettuali raccoglie un numero imponente di professionisti, circa 45.000, divisi in 14 Sindacati. È una delle meglio inquadrate. Vi dedica la sua attività l'avv. Di Giacomo.

(segue...)