(segue) Sindacalismo fascista
(23 ottobre 1925)
[Inizio scritto]

      Qui è la rivoluzione fascista, o camerati! La rivoluzione è nel fatto che quarantamila operai di questa terra sono schierati sotto i nostri gagliardetti. Rivoluzione è quando il Governo inserisce le forze sindacali nello Stato e dà a queste forze sindacali, che il vecchio demo-liberalismo ignorava, il loro posto nella vita.
      Ma noi diciamo: prima i doveri e poi i diritti. Il nostro è un sindacalismo italiano. Noi uniamo tutti gli elementi della produzione e li poniamo su di un piano comune che è la Nazione, cioè la collettività di cui siamo parte, parte interessata al benessere del tutto. Avete inteso? Certo di sì perché il mio è un linguaggio molto chiaro. I vostri occhi mi dicono che voi siete molto intelligenti. Occorre continuare per quella via: elevare le masse operaie senza ingannarle e mantenerle rigidamente fedeli alla causa del Fascismo e della Nazione.