(segue) I compiti dei Fasci all'estero
(31 ottobre 1925)
[Inizio scritto]
5°) Rispettare i
rappresentanti dell'Italia, all'estero.
6°) Difendere l'italianità
nel passato e nel presente.
7°) Fare opera di assistenza
fra gli italiani che si trovano in istato di bisogno.
Se i fascisti all'estero si
terranno su queste direttive, quali saranno i risultati?
1°) Una valorizzazione
dell'elemento italiano in tutti i Paesi e quindi del lavoro,
dell'industria e dello spirito italiano in genere.
2°) Quell'alone di simpatia
che già circonda il nostro movimento aumenterà e
l'atmosfera nella quale vivrete diventerà più
ossigenata.
Il vostro semplice esempio darà
un'idea di quella che è la nostra Italia, la virile Italia che
noi stiamo creando con sforzo assiduo e quotidiano.
Voi che venite da tutte le parti
del globo avete certamente nettissima l'impressione che, trascurando
le vociferazioni miserabili dei tristi rinnegati, il mondo comincia a
conoscerci.
Questo è importante.
Dovete considerarvi in ogni opera
vostra e in ogni momento della vostra vita come dei pionieri, come
dei missionari, come dei portatori della civiltà latina,
romana, italiana.
Voi dovete reagire contro il luogo
comune secondo il quale l'Italia sarebbe un Paese ricco di splendide
memorie, pieno di musei venerabili, di monumenti eterni, ma in
arretrato con quella che si chiama la civiltà moderna.
Dovrete farmi il piacere di dire
che accanto ai monumenti ci sono le officine e che accanto ai musei
ci sono i cantieri, e nelle officine e nei cantieri lavorano milioni
di operai che gettano sul mercato del mondo dei prodotti perfetti,
dalla seta alle automobili trionfatrici. E dovrete dire che
l'agricoltura italiana non è più l'agricoltura arcaica
di altri tempi, ma una agricoltura che adotta tutti i sistemi della
tecnica moderna; infine che il Paese è attrezzato a produrre e
che il Paese, cioè la Nazione italiana, non si affisa al
passato, ma marcia gagliardamente verso l'avvenire.
(segue...)
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