Il caduco e l'essenziale
(17 novembre 1925)
Mentre perdurava
l'impressione vivissima per l'attentato Zamboni, il Governo fascista
continuava imperturbato la sua azione; otteneva piena soddisfazione
dalla Jugoslavia per gli incidenti avvenuti a Zagabria con
dimostrazioni ostili all'Italia; raggiungeva con l'accordo di
Washington la sistemazione dei debiti con gli Stati Uniti d'America.
Quando il 17 novembre 1925, riprendendosi i lavori al Senato, il
Presidente del Senato, on. Tittoni, rivolse un saluto al Duce per lo
sventato complotto, S. E. il Capo del Governo rispose con queste
poche parole, destinate a mettere in rilievo il valore contingente
del nefando tentativo in confronto al valore essenziale
dell'ininterrotta attività del Fascismo.
Onorevoli Senatori!
Accolgo con animo veramente
commosso il caldo saluto che mi è stato portato dall'illustre
Presidente di questa assemblea e vi ringrazio per l'applauso con cui
vi siete associati ad esso.
Il triste episodio del 4 novembre
non ha turbato minimamente la tranquillità operosa del popolo
italiano né ha interrotto il ritmo dell'autorità
governativa. Nel frattempo il Governo del Re ha validamente difeso il
prestigio e la dignità di quella grande potenza mondiale che è
l'Italia, mentre oltre oceano veniva risolto uno dei più
ponderosi problemi che la guerra aveva lasciato.
Credo, onorevoli senatori, che voi
sarete d'accordo con me nel ritenere che questo è
l'essenziale; tutto il resto è scoria che si perde lungo il
cammino.
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