Il problema dell'emigrazione
(7 dicembre 1925)


      A Palazzo Chigi, il 7 dicembre 1925, si tenne la prima sessione del Comitato per la Conferenza internazionale dell'emigrazione e dell'immigrazione. Tale adunata risultava dalle decisioni prese dalla Conferenza per l'emigrazione, tenutasi a Roma nel 1924. Il Duce inaugurò i lavori del Comitato, pronunciando il seguente discorso:

      Sono molto lieto che mi si offra l'occasione di porgervi il saluto del Governo italiano ed il mio personale, nel momento in cui ho il piacere di insediare nelle sue funzioni il Comitato per la Conferenza internazionale dell'emigrazione e dell'immigrazione.
      Il vostro Comitato è l'erede ed è il continuatore della Conferenza di Roma, la quale, giunta al termine dei suoi lavori, sentì il bisogno di manifestare solennemente il voto che l'opera intrapresa non fosse lasciata cadere. E perciò essa raccomandò ai Governi che una seconda riunione fosse convocata nel 1927, e che il Comitato di direzione della Conferenza di Roma diventasse il Comitato di preparazione della Conferenza internazionale dell'emigrazione e dell'immigrazione.
      Quel voto trovò la più favorevole accoglienza; tanto che oggi ci è dato di constatare con compiacimento che ben quarantacinque Governi hanno dato la loro approvazione formale alla risoluzione della Conferenza di Roma ed hanno designato il loro rappresentante nel Comitato di preparazione della prossima riunione.
      Come Capo del Governo che prese la iniziativa di convocare la prima Conferenza internazionale, sono particolarmente lieto di questo largo consenso.
      Quando, in nome dell'Italia, invitai a Roma tutti i Governi interessati io avevo ben netto nel mio spirito ciò che in una materia così delicata sarebbe stato utopistico od ingenuo chiedere a tale Conferenza, e ciò che, invece, essa avrebbe potuto darci. Io vedevo in quella grande assise internazionale soprattutto il mezzo adatto per mettere in prima linea nella considerazione dei Governi e della opinione pubblica, i problemi dell'emigrazione e dell'immigrazione, ai quali le condizioni dell'economia mondiale alla fine della grande guerra avevano dato un'importanza eccezionale. Da una Conferenza, nella quale i tecnici dei vari Paesi — rappresentanti interessi, idee e tradizioni differenti — si sarebbero trovati insieme ad esaminare con franchezza e con praticità i diversi aspetti dei problemi emigratori, io mi attendevo che sarebbe partito un impulso considerevole per avviare questi stessi problemi verso soluzioni pratiche, indicandone le vie rispondenti ad un equo contemperamento degli interessi delle varie parti.

(segue...)