L'ordinamento dell'Esercito al Senato
(9 marzo 1926)
Alla
Camera dei Deputati, il 29 gennaio 1926 si erano discusse le sette
leggi fondamentali per il nuovo ordinamento dell'Esercito con una
relazione del Gen. Cavallero e un discorso di S. E. il Capo del
Governo. Al Senato del Regno furono discusse e approvate le stesse
leggi nella tornata del 9 marzo 1926; in tale occasione, dopo i
discorsi dei Generali Cadorna, Diaz e Giardino, il Duce pronunciò
il seguente discorso:
Onorevoli Senatori!
La relazione del senatore
Giardino, analitica, precisa ed esauriente, il suo odierno discorso
che di quella relazione è stato un efficace rincalzo, nonché
i discorsi pronunciati in quest'aula, mi rendono assai agevole il
compito e mi dicono che non c'è bisogno di altri discorsi.
Soltanto alcune precisazioni sono forse necessarie. Prima di tutto si
tratta di un complesso di leggi (sono sette leggi) che costituiscono
quello che io nell'altro ramo del Parlamento ho chiamato lo statuto
militare della Nazione.
Secondo punto, queste leggi sono
il risultato di lunghissimi studi e di severe meditazioni, quindi non
c'è improvvisazione di sorta. Si è tenuto conto della
dottrina, e soprattutto dell'esperienza. Finalmente, questi disegni
hanno l'approvazione, il viatico di tutta l'alta gerarchia militare.
Debbo aggiungere che questa approvazione, questo consenso non si
devono, come è stato affermato, al gioco di interessi, ma
semplicemente e naturalmente a convinzioni profonde ed ai risultati
dell'esperienza di guerra.
Questo andava detto, perché
questa è la genuina verità.
Allo scopo di disperdere
totalmente le nebbie, a cui alludeva poco fa il senatore Giardino, io
ritengo che sia opportuno un chiarimento sopra una parte del suo
discorso. Egli ha parlato di un ministro politico della guerra.
Bisogna intendersi perché questo ministro politico della
guerra non esiste e non può esistere. Esiste solo un ministro
della guerra, le cui attribuzioni sono chiaramente stabilite dal
regolamento di disciplina dell'Esercito italiano.
(segue...)
|