(segue) L'ordinamento dell'Esercito, al Senato
(9 marzo 1926)
[Inizio scritto]
Se si introducesse questa non
esistente figura nella nostra costituzione, si verrebbe ad ammettere
che accanto al ministro politico c'è il ministro militare. Il
ministro militare non esiste. Credo che l'onorevole Giardino mi darà
atto della necessità di questo chiarimento.
L'ordinamento dell'Esercito è
il risultato di una transazione logica e necessaria tra i bisogni
delle forze armate e la situazione delle forze italiane. Da questo
punto di vista si può dire che non è definitivo. Io, ad
esempio, sarei lietissimo se domani la finanza mi permettesse di
aumentare il numero delle divisioni. Ma sino a quando la finanza
italiana si trova in condizioni particolarmente delicate bisogna
misurare attentamente i nostri sforzi poiché la finanza è
la base: se la finanza è sana, solida e si salva, tutto si
salva; se la finanza precipita, è l'intera Nazione che
precipita.
Con questo ordinamento si è
evitato lo scoglio di una discussione oziosa che è inveterata
tra il così detto «Esercito scudo e lancia» ed il
così detto «Esercito a vasta intelaiatura». Ne
veniva che la vasta intelaiatura ad un certo momento diveniva
evanescente e l'«Esercito scudo e lancia» era così
ridotto che non poteva nemmeno adempiere ai primi e necessari compiti
del primo periodo della mobilitazione. Bisogna avere quindi un
Esercito sufficiente per accogliere l'esercito secondo le necessità
di guerra. Questa è la base dell'ordinamento che io propongo
ai vostri suffragi.
Altro punto importante di questo
ordinamento è quello che concerne la divisione ternaria. Si
discute sull'origine di questo provvedimento e si opina da taluni che
esso sia in relazione, o sia stato in relazione con la scarsezza
degli effettivi di un certo periodo della guerra. Può essere,
ma io ho qui il verbale delle discussioni che si sono svolte nel
febbraio 1922 (quindi quattro anni or sono). Su questo problema della
divisione ternaria, al consiglio dell'Esercito, i risultati sono
stati questi: che il consiglio dell'Esercito si è allora
dichiarato favorevole alla divisione ternaria con nove voti contro
due.
(segue...)
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