(segue) La spedizione del «Norge»
(18 maggio 1926)
[Inizio scritto]
La navigazione su zone
estesissime, inesplorate, la certezza d'un atterraggio finale da
compiersi con i soli mezzi di bordo, esigevano un comandante ed un
equipaggio ben allenati alla navigazione aerea col più
leggero, espertissimi di ogni manovra, a perfetta conoscenza delle
qualità nautiche dell'aeronave, dati questi che evidentemente
non si possono improvvisare né acquistare in breve tempo.
Sul dirigibile di tipo italiano,
pensato, e sarà bene ripeterlo, disegnato e costruito in
Italia, s'imponeva perciò l'equipaggio di manovra italiano ed
il nostro personale ha risposto magnificamente all'appello: le
domande di prendere volontariamente parte al volo transpolare
superarono di molto la possibilità di accoglimento; fra tutte
furono scelte quelle degli ufficiali e sottufficiali che più
sembravano indicati.
Alla data prestabilita il
dirigibile era pronto alla consegna e dopo la visita augurale di S.
M. il Re, partiva da Roma per il grande volo. Le tappe fino allo
Spitzberg furono compiute con perfetta regolarità. Giunta ai
limiti del mondo umano la nave aerea puntava decisamente verso le
gelide sino allora inviolate solitudini del Polo e le varcava.
Onorevoli Senatori!
Ho voluto obbiettivamente esporre
quanta parte è dell'Italia nel felice risultato della
leggendaria transvolata per dimostrare quali potenti e preponderanti
elementi di vittoria essa con i suoi uomini e con i suoi materiali
abbia dato ad una impresa il cui compimento può sembrare
veramente un sogno; ma è invece frutto dell'accuratissima
preparazione morale, professionale, tecnica, della fredda e meditata
audacia, della grande energia e tenacia dell'impavido comandante
dell'aeronave e del suo equipaggio. Avremo, tra breve, mezzo di
meglio valutare l'importanza della spedizione dal punto di vista
scientifico, di conoscere meglio le difficoltà certo assai
gravi, che si sono dovute superare nel volo, ma sin d'ora possiamo
con legittimo orgoglio constatare che in una impresa così
ardita la vittoria è in massima parte italiana. Il Governo
mette perciò all'ordine del giorno della Nazione il colonnello
Nobile comm. Umberto, ideatore, costruttore e comandante
dell'aeronave, il primo capo tecnico Cecioni cav. Natale, il
maresciallo Arduino Ettore, il sergente maggiore Caratti Attilio, il
motorista Pomelia Vincenzo, il timoniere Alessandrini Renato, per
avere ben meritato della Patria, per avere dimostrato ancora una
volta il valore di nostra gente e per avere aggiunto una nuova
indiscutibile gloria alla nostra aeronautica, alla nostra bandiera.
(segue...)
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