(segue) La difesa della lira e i problemi dell'esportazione
(8 luglio 1926)
[Inizio scritto]
Sulla quale bilancia commerciale
conviene soffermarci ancora un poco. In questo libro, che io
considero utilissimo, queste cifre sono punti di riferimento da cui
non si può prescindere, altrimenti navigheremmo in piena
fantasia. Ho voluto procedere ad una discriminazione di alcune voci
importanti: delle voci cioè per le quali o in esportazioni o
in importazioni si supera il valore di 100 milioni di lire. Vedrete
subito dalle cifre che io sto per leggervi dove sono quelli che io
chiamo i tarli roditori della nostra economia nazionale.
Animali vivi: parlo sempre per il
1925. Noi abbiamo importato per 142 milioni e abbiamo esportato per
80 milioni. C'è un peggioramento di cento milioni sull'anno
precedente: siamo dunque in deficit.
Carni e brodi: noi qui siamo in
deficit: 585 milioni di importazioni contro 462 di esportazioni.
Ecco l'agricoltura che ci dà
subito una grande soddisfazione: latte e prodotti del caseificio,
importazioni 42 milioni, esportazioni 611 milioni. L'esportazione di
questi prodotti del caseificio segna un aumento di 100 milioni sul
1924.
Caffè, zucchero e altri
generi della stessa specie. Importazione 800 milioni, esportazione 97
milioni: quindi 700 milioni circa di deficit. Gli italiani bevono per
500 milioni di caffè e c'è stato un aumento di 108
milioni rispetto al 1924.
Poi viene la cifra grossa che
spiega molte cose ed è questa: cereali diversi, importazione
4166 milioni, esportazione 1015 milioni. Voi vedete che soltanto il
deficit della voce «cereali diversi» è la metà
di tutto il deficit globale della nostra bilancia commerciale; e
allora voi vi rendete conto che la battaglia del grano è una
cosa molto importante. Essa ha già dato risultati
soddisfacenti quest'anno malgrado le condizioni atmosferiche che non
soltanto in Italia, ma in tutta l'Europa sono state decisamente
contrarie.
(segue...)
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