(segue) La difesa della lira e i problemi dell'esportazione
(8 luglio 1926)
[Inizio scritto]

      Rame: 570 milioni di importazioni, 20 di esportazioni, con un aumento di 150 milioni in più del precedente anno. Altri metalli comuni: 470 milioni di importazioni, 120 di esportazioni, con un aumento netto sul 1924 di 140 milioni.
      Passiamo da questo capitolo, che, come vedete non è brillante, alle macchine e agli apparecchi: un miliardo e 50 milioni di importazioni, 222 milioni di esportazioni, quindi un deficit di circa 880 milioni.
      Strumenti scientifici: le cifre segnano un deficit di 135 milioni a nostro danno. E precisamente: importazioni 155 milioni, esportazioni 20. Veicoli: la voce è confortante.
      Però qui apro una parentesi per dire che bisogna che l'industria italiana si adegui alle direttive del Governo, che è decisamente unitario, che di tutte le Cassazioni ne ha fatto una sola, che di tre Istituti di emissione ne ha fatto uno solo, che di quattro Ministeri, ha fatto il solo Ministero dell'Economia nazionale, di tre Ministeri il solo Ministero delle Comunicazioni: di due Ministeri il solo Ministero delle Finanze.
      Bisogna che l'industria italiana, almeno all'estero, formi un fronte unico e che all'interno si riducano tutte le fabbriche non vitali, lutti i doppioni, e che comunque la Confederazione fascista dell'Industria agisca presso i propri associati per indurli ad un'opera concorde, senza farsi una rovinosa concorrenza, soprattutto oltre le frontiere.
      Vengo ad un'altra voce: minerali e carboni. Importiamo un miliardo e 970 milioni, esportiamo 430 milioni, ciò che significa un deficit di circa un miliardo e mezzo. Vetri e cristalli: anche qui 115 di importazioni, 56 di esportazioni.
      Legnami e sugheri: 950 milioni di importazioni e 150 di esportazioni: siamo cioè in passivo per 700 milioni, anzi 880 milioni, e c'è inoltre un aumento di 200 milioni sul precedente anno. Materie di intaglio e di intreccio: 130 importazioni, 9 esportazioni.

(segue...)