(segue) La difesa della lira e i problemi dell'esportazione
(8 luglio 1926)
[Inizio scritto]
Altra voce non brillante: gli oli
minerali: 970 milioni di importazioni, 12 milioni di esportazioni.
Siamo veramente all'ablativo assoluto: ecco qui una voce che segna un
aumento, naturale, spiegabile, di 140 milioni in più del
precedente anno.
Oli essenziali e profumerie e
saponi: queste cose sono di scarsa importanza. Le cifre dicono:
importazioni 52 milioni, esportazioni 120 milioni. Anche nei prodotti
chimici inorganici siamo in deficit: 185 milioni di importazioni e 85
milioni di esportazioni. Per i concimi abbiamo 200 milioni
rispettivamente a 15 milioni; i prodotti chimici organici, invece,
segnano 85 milioni importazioni e 165 milioni esportazioni.
Generi per tintoria e concia: 180
milioni importazioni e 100 esportazioni: c'è un deficit. Pelli
e pellicce: siamo in pieno deficit: importazioni un miliardo e 30
milioni, esportazioni 510 milioni. Gomma elastica: qui c'è
pareggio: 430 e 430.
Carta e cartoni: qui c'è
una sosta. Quando si è detto, a proposito della riduzione dei
giornali a sei pagine, che l'importazione della cellulosa in Italia
si riduceva a una cifra assolutamente trascurabile, non si è
detto il vero. Per questa voce importiamo 400 milioni, esportiamo 125
milioni e nei 400 milioni d'importazione la cellulosa figura per 241
milioni, passando da 137 milioni dell'anno precedente a 241 del 1925.
Pietre preziose: importazioni 320
milioni, esportazioni 110. Oggetti di moda (siamo in attivo):
importazione 75 milioni, esportazione 625 milioni. Materiali vegetali
diversi: importazione 270 milioni, esportazione 140 milioni. Prodotti
diversi: importazioni 150 milioni, esportazioni 130. Queste sono le
voci che rappresentano un movimento di andare e venire di oltre 100
milioni.
Ora, facendo una seconda
discriminazione per vedere dove è il fenomeno più grave
e in che consista, noi vediamo che ci sono sei o sette voci: cereali,
ghisa, ferro, acciaio, macchine, apparecchi, carboni, oli minerali,
pelli; queste sono le voci che veramente pesano sul piatto della
bilancia commerciale italiana.
(segue...)
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