Umberto Nobile
(3 agosto 1926)
Il Duce aveva
celebralo il volo del «Norge» nel discorso al Senato del
18 maggio; il 2 agosto Umberto Nobile ritornò in Italia
sbarcando a Napoli e il giorno 3 si presentò a S. E. il Capo
del Governo, il quale - dal balcone di Palazzo Chigi - lo presentò
alla folla acclamante pronunciando il presente discorso.
Camerata Nobile!
In nome del Governo Fascista, in
nome vostro, romani, in nome di tutto il popolo italiano io porgo
all'intrepido generale Nobile e ai suoi compagni di volo il saluto
entusiasta e la espressione della ammirazione, dell'amore, della
riconoscenza nazionale.
Gli uomini che voi vedete oggi al
mio fianco, partirono, nell'aprile, per tentare quello che fino a
ieri pareva vietato alle audacie umane, essi osarono affrontare il
supremo degli ostacoli: quello che non ha volto e non ha nome.
L'Ignoto.
Gettarono sulla bilancia del
destino la loro anima, rinunciarono nel momento stesso in cui posero
piede sulla nave aerea, a tutta l'umanità delle loro vite e
partirono.
Milioni e milioni di cuori in
tutto il mondo, seguirono la trasvolata che, da Roma, da questa Roma
immortale il cui solo nome dà un fremito alle genti civili,
puntava direttamente alla meta. Ma fra tutti il cuore più
ardente di speranza era quello del popolo italiano.
Vanamente si tenta da taluni di
offuscare la vostra gloria incomparabile, o generale, o di alterare
le proporzioni dei protagonisti di questo grande evento nella storia
del mondo.
Giova riaffermare qui una volta
per sempre, e vorrei che la mia voce avesse la potenza del tuono, che
pur riconoscendo con equità romana i giusti meriti dei vostri
compagni di altre nazioni, gli onori del trionfo spettano a voi,
perché voi italiano avete ideato la nave, voi italiano con
altri italiani l'avete costrutta, voi italiano con altri l'avete
guidata sapientemente, fino al termine del viaggio straordinario.
(segue...)
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