Agli elettrotecnici
(25 settembre 1926)


      A Roma si era riunita a Congresso l'Unione internazionale dei produttori e degli esercenti dell'energia elettrica di tutto il mondo. I congressisti furono ricevuti nel Salone della Vittoria, il 25 settembre 1926, da S. E. il Capo del Governo. A nome dei congressisti parlò l'on. Ponti, il quale rammentò la frase di Edison: «Mussolini, figura dominante dell'Italia e degli Italiani». Il Duce rispose con le seguenti parole:

      Signori!
      Sono molto lieto di ricevervi e mentre vi ringrazio del vostro gesto di omaggio voglio subito esternarvi i sensi della mia simpatia. Tra tutte le professioni la più affine al mio spirito è quella dell'ingegnere. (Vivi applausi. Grida di: «Viva Mussolini!»).
      Se dovessi fare una ulteriore discriminazione nel campo degli ingegneri direi che le mie preferenze vanno a quelli che studiano, creano, controllano l'energia elettrica. E ciò per due ragioni. La prima è questa: che l'elettricità è la scoperta, è la creazione del nostro secolo. La seconda perché, soprattutto in Italia, l'energia elettrica è l'elemento fondamentale delle nostre possibilità economiche. Voglio aggiungere che quando sarete tornati ai vostri paesi dovrete dire la verità su quanto avete veduto. Voi avete veduto un popolo in particolari condizioni di difficoltà che non può permettersi il lusso di perdere un'ora sola di lavoro. In questo Paese il Governo si considera dal punto di vista economico come il consiglio di amministrazione di una grande impresa che interessa tutta la Nazione. (Vivi applausi).
      Vi saluto e vi rinnovo l'attestazione della mia cordiale simpatia.