Italia e Ungheria
(5 aprile 1927)
Il 5 aprile 1927
fu firmato a Roma un Trattato di amicizia, conciliazione e arbitrato.
In tale occasione Il Duce rivolse a S. E. il conte Stefano Bethlen,
Presidente del Consiglio Ungherese, le seguenti parole, che
acquistano oggi anche maggior rilievo se si pensa agli sviluppi
raggiunti successivamente dalle relazioni fra Italia e Ungheria.
Eccellenza!
La simpatia cordiale ed unanime
con cui il popolo italiano vi ha salutato al vostro giungere fra noi,
vi avrà già detto quali sinceri, spontanei sentimenti
avvincono alla Nazione ungherese la nostra anima nazionale. La natura
e la storia hanno creato tra i nostri due popoli profondi legami e
affinità. Sorta, infatti, in tempi assai remoti, tanto che,
per rintracciarne le origini, bisogna rievocare Beatrice d'Aragona e
Mattia Corvino, la nostra amicizia andò nel corso dei tempi
sempre più rafforzandosi. Ed essa si rinsaldò ancor più
nei momenti eroici del nostro Risorgimento, quando a fianco dei
nostri volontari e dei nostri soldati, versarono il loro sangue
generoso numerosi ungheresi.
Da allora in poi ogni volta che i
nostri due Paesi hanno traversato momenti difficili, il popolo
italiano e il popolo magiaro si sono sentiti fraternamente vicini. Se
voi foste con noi, quando, ripresa coscienza della propria
nazionalità, l'Italia volle risorgere unita ed indipendente,
noi fummo vicini a voi ogni qual volta fieramente si affermava il
vostro indomabile spirito nazionale. Né l'ora tragica di
recente vissuta dal mondo durante la quale necessità statali e
politiche, separarono i nostri due Paesi in campi avversi, potette
alterare questi reciproci sentimenti di amicizia.
Passata la crisi, i nostri
sentimenti di scambievole simpatia, finalmente liberi di esplicarsi e
di manifestarsi, fiorirono con rinnovato vigore. Il popolo ungherese
lo sentì certamente quando, cessato il conflitto, in un
momento difficile, sentì l'Italia vicino a sé ansiosa e
lieta di potergli apportare qualche sollievo.
(segue...)
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