(segue) Italia e Ungheria
(5 aprile 1927)
[Inizio scritto]

      Quando anche questa prova fu sorpassata, l'Italia apertamente disse alla nobile Nazione ungherese tutta la sua ammirazione per l'ammirabile forza mostrata nella circostanza. Oggi, infine, la nuova Italia si sente spiritualmente vicina ad un popolo che conserva intatte le virtù antiche e che ha mostrato di possedere una così tenace vitalità.
      Oggi, più che mai, l'Italia vede con compiacimento e con fede l'Ungheria avviarsi verso quel migliore avvenire, di cui essa è ben degna.
      Sono assai lieto, Eccellenza, di poter direttamente riaffermare dinanzi a voi questi sentimenti del mio Paese verso la Nazione magiara, dinanzi a voi che da lungo tempo reggete il Governo del vostro Paese, circondato dall'affetto e dalla fiducia unanime per la saggia opera politica svolta con sagacia e la chiaroveggenza del vostro alto intelletto. E mi compiaccio vivamente nel pensare che voi stesso, durante il vostro soggiorno fra noi, potrete rilevare con quanta schiettezza e quanto calore l'Italia desidera sempre più cordiali i suoi rapporti con l'Ungheria. L'azione del vostro Governo per riallacciare i secolari legami intellettuali italo-ungheresi ha trovato fra noi fraterni consensi. Oggi voi avete sottoscritto con me un Trattato di amicizia destinato a consacrare ufficialmente ciò che era nello spirito dei nostri due popoli.
      Quando poi, attraverso il porto di Fiume, i traffici ungheresi riprenderanno le libere vie del mare, si alimenteranno con essi quelle correnti di vita economica che tanto contribuiscono a rafforzare i legami esistenti.
      Consentitemi dunque di levare il bicchiere in onore di S. A. Serenissima il Reggente, che così fermamente guida le sorti del cavalleresco popolo ungherese e di bere alla prosperità della vostra Nazione, salutando in voi e nella gentile contessa Bethlen, i rappresentanti più graditi dell'amicizia italo-ungherese.

(segue...)